Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’IDENTITÀ PUGLIESE GUARDA AL FUTURO
Di cosa parliamo quando parliamo di identità pugliese? A cosa ci riferiamo? L’identità non è fatta solo di radici, ma anche di ali. Non solo di passato, ma anche di futuro. Ripensare la propria identità non vuol dire solo voltarsi indietro, verso il già dato, ma soprattutto fissare lo sguardo avanti. Ogni identità che si nutre di steccati e paradigmi esclusivisti ha vita breve. Al contrario, l’identità pugliese è un’identità stratificata, meticcia, aperta, capace di comunicare il meglio di sé quando si è confrontata con le altre sponde del Mediterraneo, quando ha fatto tesoro delle proprie diversità, del proprio policentrismo. Oggi questa stratificazione va traghettata nel XXI secolo. E perché non rimanga un fossile, un insieme di nozioni prestabilite, va costantemente reinventata.
È indubbio che nell’ultimo decennio la Puglia si sia distinta per la promozione di politiche di sviluppo culturale. Tuttavia è venuto spesso a mancare uno «sguardo di lungo periodo». Così, da un lato si è assistito spesso alla dispersione dei racconti; dall’altro, nonostante la grande presenza di iniziative culturali, non vi è stato – tranne in alcuni casi – una ricaduta reale sul piano economico-sociale. Inoltre non tutta la Puglia è stata raccontata. C’è ancora una Puglia dimenticata, scartata. È dal suo recupero, da una sua nuova illuminazione, che può nascere una nuova progettualità culturale per il XXI secolo. Oggi che assistiamo al grande successo della storia (come dimostrano anche le lezioni laterziane), ci sono tracce di identità «materiale» e «immateriale» che vanno raccontati sotto una nuova luce, e offerti al dibattito culturale globale. Tracce «materiali» come Castel del Monte o Canne della Battaglia. Tracce «immateriali» come la vita e le opere dei grandi pugliesi del Novecento (ad esempio, Salvemini, Carmelo Bene, Pino Pascali, Giuseppe De Nittis, Andrea Pazienza, lo stesso Moro), la cui opera non solo è parte integrante del passato regionale, non solo offre un continuo cortocircuito con l’immagine più ossidata e codificata dell’identità pugliese, ma va oggi sistematicamente presentata e comunicata su scala internazionale. Per questo è importante offrire percorsi culturali che attraversino i tradizionali steccati che in genere separano arti e ambiti disciplinari diversi. Una regione che si ripensa a partire dalla sua pluralità deve essere in grado di offrire percorsi culturali ibridi: attraversamenti delle diverse epoche storiche all’interno dello stesso territorio; attraversamenti di ambiti artistici diversi all’interno di contesti polifunzionali, con la creazione di un dialogo costante tra teatro, musica, cinema, letteratura, arte.