Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Cari dottori che protestate il lavoro fatto dalle Asl non è tutto da buttare»
Se è vero che il clima di una manifestazione sindacale non sempre consente di inquadrare le questioni nella giusta misura, è anche vero che non si possono tacere alcuni dati di fatto appartenenti al vissuto degli ultimi anni della Asl Bat, i quali attestano come il confronto di merito tra i medici e l’azienda ha consentito di individuare soluzioni condivise nell’interesse dei cittadini.
Ad esempio, in tema di appropriatezza prescrittiva dei farmaci, nel 2015 veniva siglato un accordo tra i medici di famiglia e la direzione generale della Asl, con l’obiettivo di riportare entro limiti virtuosi le prescrizioni di antibiotici, all’epoca al di sopra della media regionale, e dunque molto al di sopra della media nazionale.
La Asl ha reso disponibili risorse per la formazione e l’aggiornamento continuo dei medici, per una capillare campagna informativa sul corretto uso degli antibiotici nella popolazione, per l’auto-monitoraggio prescrittivo dei medici ed il progetto, conclusosi nel 2016, ha in effetti consentito di raggiungere buoni risultati in termini di recupero di appropriatezza, cioè riduzione di prescrizioni non appropriate di antibiotici e conseguente diminuzione di spesa. Ciò dimostra che non solo è possibile, ma che è anzi doveroso da parte di tutti collaborare in un contesto di responsabilità (che certo non manca nella categoria medica, anzi!), il che non significa obbedire a degli astratti algoritmi, ma conseguire il miglior risultato clinico secondo evidenze e regole alle quali tutti i medici italiani si attengono, come dimostra il fatto che la maggior parte delle regioni italiane presentano profili prescrittivi sicuramente migliori del nostro.
La sfida, infatti, riguarda non soltanto i medici prescrittori, ma tutto il sistema, e chiama in causa la capacità delle aziende di promuovere con efficacia la tutela della salute dei cittadini attraverso un costante esercizio di recupero di efficienza nella allocazione delle risorse e di appropriatezza dei percorsi di presa in carico e di cura.
A questo proposito, è utile ricordare che lo scorso 23 ottobre la Asl Bat ha sottoscritto un protocollo di intesa con le Organizzazioni Sindacali confederali territoriali Cgil-Cisl e Uil e le loro
I fatti È legittimo rivendicare l’orgoglio di categoria, ma è giusto chiedere il rispetto dei fatti
articolazioni rappresentative dei pensionati, in esecuzione dell’accordo regionale siglato dal presidente Emiliano il 12 dicembre 2016. I sindacati chiedono di rendere più facile e fruibile l’accesso al sistema delle prestazioni anche attraverso un maggiore coinvolgimento dei medici di famiglia, a cominciare dalla possibilità di prenotare direttamente dai loro studi le prestazioni presso i Cup (cosa che già succede sia pure in forma non diffusa).
Asl Bat si è impegnata a fare di più e ha attivato un tavolo di confronto con la medicina di famiglia, oggi molto avanzato, per condividere percorsi assistenziali per le principali patologie croniche, all’interno dei quali gli stessi medici possano convogliare i loro pazienti affinchè questi possano essere presi in carico e guidati attraverso i suddetti percorsi senza bisogno di fare file ai Cup, e con la possibilità di effettuare alcune prestazioni nei loro studi grazie alla telemedicina, come da tempo già avviene in alcune esperienze pilota.
Infine, la sicurezza. Molti passi in avanti sono stati compiuti in questi anni dalla Asl Bat per aumentare gli standard di sicurezza dei lavoratori e dei cittadini utenti, anche in relazione al rischio di aggressioni al personale di assistenza.
Le guardie mediche sono perfettamente inserite in questo contesto e ciò dovrebbe essere ben noto a chi afferma il contrario. Diverse misure sono in via di attuazione, dal miglioramento logistico degli standard di sicurezza delle sedi di guardia medica alla introduzione di tecnologie avanzate per la segnalazione di situazioni di pericolo, al ricorso a sistemi di protezione come l’accompagnamento in caso di chiamata a domicilio del paziente.
Infine: è legittimo rivendicare l’orgoglio di una categoria, ma forse è giusto anche chiedere che ciò sia fatto nel rispetto dei fatti, che in questo caso sono gli impegni assunti e portati a compimento.