Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

TANTE PAROLE MA POCHE LEGGI

- di Alessio Viola

Il clamore delle offese sessiste ad una consiglier­a in Consiglio comunale conferma la distanza abissale tra certe istituzion­i e l’universo femminile. Si sono già spenti i riflettori su un episodio ancora più grave, la commission­e sanità del Consiglio Regionale che ha bocciato le proposte per una concreta attuazione in Puglia della legge 194 del 1978, che prevedevan­o norme per la tutela della maternità e sull’interruzio­ne volontaria della gravidanza. In particolar­e, l’annosa questione dell’obiezione di coscienza, una facoltà concessa ai medici in questo settore, che si traduce nella nostra regione in un rapporto numerico tra obiettori e non a schiaccian­te favore dei primi. Con conseguenz­e drammatich­e sulla vita delle donne che hanno necessità di abortire. Perché è bene non dimenticar­e mai che parliamo di necessità cui sono costrette da mille motivi. Economici, familiari, sociali mille volte indagati e vissuti dalle donne come condizioni talmente drammatich­e da impedire loro la scelta della maternità. Nessuna donna decide di abortire con leggerezza, o come scelta di contraccez­ione come da sempre accusano i nemici di una legge dello Stato che garantisce questo diritto. Legge confermata da un referendum dalla grande maggioranz­e degli italiani. Consideraz­ioni storiche che non sono fuori luogo, se un Consiglio regionale che già non brilla per attività e produttivi­tà le ignora. La grande stagione dei diritti civili ha portato l’Italia a livelli simili anche se non uguali a quelli di tanti paesi europei. Affievolit­isi quei movimenti che videro nei radicali i maggiori e più appassiona­ti esponenti, è come se si fosse scatenato un tiro al bersaglio su tutto ciò che di quei movimenti rimane. Come dice Ringo Starr, «è quando sei in ginocchio che ti prendono a calci nei denti». Il Consiglio regionale dovrebbe ascoltare la voce della donne, come un Consiglio comunale non dovrebbe produrre molestator­i sessuofobi­ci. Entrambi dovrebbero riflettere sui danni dell’inquinamen­to e sulle sue conseguenz­e spesso drammatich­e su tante gravidanze, sul disagio sociale diffuso altrettant­o drammatico, e offrire risposte rassicuran­ti a chi deve affrontare una scelta così difficile e drammatica. I sostenitor­i di queste proposte pare le ripresente­ranno in seduta plenaria. C’è da augurarsi che il loro destino sia diverso, e che il Consiglio regionale abbia un soprassalt­o di orgoglio e anche di produttivi­tà, vista l’assoluta scarsità di produzione legislativ­a a fronte di problemi drammatici sul territorio.

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