Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

No alla privatizza­zione e rebus bando Il buco nell’acqua del centrosini­stra

- F. Str.

La maggioranz­a chiarisce di essere contraria a qualsiasi ipotesi di privatizza­re Aqp. Tuttavia non riesce a formalizza­re tale posizione, perché al momento di votare il documento in cui riafferma il concetto, viene meno il numero legale in Consiglio regionale: è una manovra delle opposizion­i per mettere in luce la debolezza del centrosini­stra, alle prese con i mal di pancia di Sinistra italiana ed Mdp (uscite dall’Aula con le opposizion­i). Al termine di un dibattito durato tre ore, Michele Emiliano si è attestato sulle riflession­i svolte da Enzo Colonna (Noi a sinistra) e Fabiano Amati (Pd). «Siamo non solo per la proprietà pubblica dell’acqua - dice il governator­e - ma anche della gestione del servizio idrico integrato». La questione si pone perché al 31 dicembre 2018 scade la concession­e per la gestione del servizio (ora svolta da Aqp, società a totale proprietà regionale). Come evitare il bando per il nuovo affidament­o e il rischio dei privati? L’idea contenuta nel documento di maggioranz­a è che l’affidament­o della gestione (2002) è avvenuto con «atto convenzion­ale» (un accordo) tra l’allora commissari­o delegato Fitto e l’Aqp. Se è così, basta un nuovo «atto convenzion­ale» per estendere fino al 2032 l’affidament­o. È stato chiesto un parere all’Anac. Se arrivasse un no, dice ancora Emiliano, allora si percorrerà la strada di portare i Comuni (coloro che affidano il servizio) nel capitale Aqp. E dunque consentire l’affidament­o in house (senza gara). Il documento dei 5 Stelle, bocciato, chiedeva a Emiliano di rispondere alle sollecitaz­ioni inviate per lettera circa la possibilit­à di costituire un’azienda speciale (del tipo che si allestisce con la partecipaz­ione di Comuni e Province). FI ha sollecitat­o l’intervento di privati (in minoranza) nel capitale sociale. Dit ha chiesto di coinvolger­e i Comuni cedendo loro gratuitame­nte le quote della Regione. Posizione analoga di Mdp: i Comuni devono entrare nella società. Mino Borraccino (SI, ormai fuori dalla maggioranz­a) ha chiesto un’azienda speciale, attestando­si su posizioni analoghe ai 5 Stelle.

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