Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
EMA, SIAMO NOI I VERI SCONFITTI
La scelta di Amsterdam per l’Agenzia europea del farmaco è sembrata spiazzante, specie in Italia. Affidare al sorteggio una decisione così importante, non è un metodo accettabile. Bisognava evitare di arrivare a quella parità che ha attivato il sorteggio e per farlo era necessario trovare l’accordo sul campo, convincere i Paesi ad appoggiare la propria candidatura. Milano non ha vinto, Bari avrebbe potuto fare di più? Probabilmente sì, nonostante una maggior debolezza. Tenuto conto che alla sfida hanno partecipato città non molto più grandi di Bari, bisognava puntare su un dossier non solo tecnico, su cui molto hanno giocato le lobby, ma più articolato e di valori. Quali punti di forza poteva mettere in campo Bari rispetto a Milano?
Innanzitutto, da parte del governo, sarebbe stato il segnale di una più equa politica di sviluppo del Paese con la valorizzazione di un territorio che, nonostante la crisi, ha e mantenuto un certo dinamismo economico e vanta anche un settore farmaceutico di tutto rispetto. Inoltre, la scelta di Bari avrebbe determinato l’avvicinamento dell’Europa al bacino del Mediterraneo e la possibilità per l’Unione di giocare un ruolo geopolitico di primo piano nei processi di pace e nelle politiche di stabilizzazione dell’immigrazione. A guadagnarci non sarebbe stata solo la Puglia e il Mezzogiorno, ma l’Europa nel suo complesso, in particolar modo la Grecia e la Spagna. E’ significativo che proprio il voto della Spagna abbia portato al sorteggio. Che abbia giocato un ruolo la politica autonomistica della Lombardia e le spinte antieuropeiste della Lega? Altro punto di forza su cui Bari avrebbe potuto puntare è l’energia. La Tap porterà il gas fino in Germania ma, nel prossimo futuro, l’Unione potrebbe essere interessata ai giacimenti di gas scoperti nelle acque mediterranee egiziane e di Israele il cui approdo potrebbero essere le regioni del Sud.
Insomma, da parte del governo Gentiloni occorreva un maggior approfondimento e una visione più lungimirante. D’altronde il presidente del Consiglio non poteva non sapere del desiderio di Bari di concorrere per l’Agenzia, dal momento che i sottosegretari pugliesi di quel governo avevano espresso l’appoggio all’iniziativa. Tuttavia, la responsabilità maggiore è del governatore della Puglia, Michele Emiliano che, nonostante le sollecitazioni della società, del mondo della formazione e della ricerca, di Confindustria, ha ostentato un silenzio assoluto, dimostrando di non aver compreso l’importanza della posta in gioco e privando la Puglia di una grande occasione di sviluppo.