Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Insulti sessisti a Melini, i consiglieri si sfilano «No alla perizia grafica» Dopo la denuncia, scatta la clamorosa retromarcia In tre insistono: sorteggio dell’esperto nella sala vuota
BARI A palazzo di città, oramai, vale tutto e il contrario di tutto. Come convocare una conferenza stampa per sorteggiare, in presenza dei giornalisti, il nome del perito che dovrà individuare l’identità del responsabile degli insulti sessisti ai danni di una consigliera e, a incontro cominciato, annunciare l’esatto contrario. E se cambiare idea è lecito, farlo più volte (nel giro di appena un’ora) appare quantomeno strano, soprattutto a fronte di una nota formale che mostrava l’intera assise cittadina compatta nel voler risolvere «politicamente» la questione.
«Non aspettiamo la magistratura, facciamo in modo che la politica prenda in mano la situazione», aveva dichiarato giorni fa il presidente del Consiglio Comunale, Pasquale Di Rella, invitando i 23 che hanno partecipato allo scrutinio segreto del 14 novembre a sottoporsi volontariamente a perizia grafica. Invito che sembrava essere stato raccolto all’unanimità, visto l’annuncio del sorteggio previsto per ieri mattina. Ma la denuncia-querela per vilipendio dell’istituzione comunale, offesa a pubblico ufficiale e diffamazione aggravata, depositata in via Nazariantz dalla consigliera di “Impegno civile” Irma Melini, sembra aver scombinato le carte. «Abbiamo appreso a mezzo stampa della denuncia – dichiara la consigliera di Realtà Italia, Alessandra Anaclerio – e riteniamo di non dover più procedere per vie parallele. L’obiettivo era quello di accelerare i tempi».
L’incontro con la stampa si svolge in sala giunta, a palazzo di città. Sul principio tutti sembrano condividere la linea. Il capogruppo del Movimento cinque stelle, Sabino Mangano, ribadisce ai presenti che la volontà di sottoporsi a perizia era già stata messa nero su bianco durante lo stesso consiglio incriminato. Dalla maggioranza Marco Bronzini, capogruppo Pd, e Francesco Giannuzzi, Decaro sindaco, rinnovano la solidarietà nei confronti della consigliera, ma annunciano che il sorteggio non si terrà. E c’è di più. «Il Consiglio comunale sente il dovere di predisporre un esposto-denuncia per oltraggio all’istituzione comunale ai sensi dell’art. 342 del codice penale che chiarisca questa nostra esigenza, manifestando, in maniera inequivocabile e netta che è il consiglio comunale a essere Soggetto offeso da quello che consideriamo un reato a tutti gli effetti. Proporremo una richiesta di risarcimento a danno del colpevole il cui ricavato sarà utilizzato per finalità sociali».
Lo stralcio della nota preparata dal consigliere Giannuzzi non sarà mai consegnata alla stampa. L’intervento del consigliere di centrodestra, Michele Picaro, il vero punto di rottura, arriva come un fulmine a ciel sereno. «Io non sono un pagliaccio», dichiara. «Ho detto dall’inizio - prosegue che mi sarei sottoposto a perizia calligrafa e non intendo tirarmi indietro». Da questo momento, il caos. A ruota, i consiglieri Fabio Romito e Francesco Giannuzzi, lo seguono. Preparano bigliettini di fortuna per il sorteggio del nome, da pescare nell’elenco dei periti e dei Ctu. Gli animi si surriscaldano: maggioranza contro maggioranza, opposizione contro opposizione. Il consigliere Bronzini, prima di lasciare la sala, dichiara che non parlerà più dell’argomento se non davanti a un magistrato, in un tutti contro tutti che si svolge sotto gli occhi attenti del presidente del Consiglio comunale, Pasquale Di Rella, intervenuto per assistere. Si procede al sorteggio, anche se a volerlo sono solo in tre. Sarà una giornalista a pescare il nome. «Sono basita da quanto è accaduto – dichiarerà subito dopo la consigliera Melini -. Tutti solidali e poi rimangono in tre. E tra loro anche chi, un secondo prima, affermava il contrario. Mi chiedo chi pagherà la perizia».
Intanto anche il sindaco Decaro presenta denuncia all’autorità giudiziaria. Consegnate anche le immagini della seduta stralciate sia dalla diretta streaming, sia dalla registrazione dell’emittente televisiva Telebari. «La magistratura farà il suo lavoro – dichiara – ma l’autore di questo atto è ancora in tempo per chiedere pubblicamente scusa».
Alessandra Anaclerio Abbiamo appreso della denuncia e riteniamo di non dover più procedere per vie parallele