Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
NON FACCIAMONE UN CASO DI PELLE
Non ci giriamo intorno, il problema è soprattutto il colore della pelle. C’è anche la questione degli odori, dei rumori, della violenza, ma essenzialmente la questione è che gli umani nati neri a prescindere dal loro comportamento ci ispirano diffidenza. Siamo stati educati a questa diffidenza. Ricordate? Fin da bambini abbiamo introiettato la paura dell’uomo nero che ci avrebbe strappato dalle nostre case se facevamo i monelli. E allora prima di parlare della «colonizzazione» del quartiere Libertà di Bari da parte dei cittadini africani facciamo un giochino: se assistessimo a una rissa fra cinesi (secondo la vulgata è assurdo, ma ci dicono che sì, litigano anche loro) quale sarebbe la nostra reazione? Una volta verificato che non si tratta di due esperti di arti marziali e superata quindi un po’ di delusione per il mancato spettacolo, scommettiamo che passeremmo oltre? Nel senso che sì, una rissa è sempre una rissa, ma dopotutto, saranno pure affari loro. Immaginiamo invece di assistere a una scazzottata fra due ragazzoni neri, quale sarebbe il nostro comportamento? Intanto ci scapicollerremmo a chiamare tutte le forze dell’ordine presenti sul territorio. E poi partirebbero le recriminazioni contro i politici, i commenti sulla rete, le petizioni e le raccolte di firme per «liberare» il territorio. Insomma nemmeno nelle risse gli umani sono uguali. Intendiamoci, non vogliamo difendere nessun delinquente, di qualunque colore sia la sua pelle. Ci preme però chiamare le cose col loro nome e se razzismo è la prima che ci viene in mente per chi manda all’ospedale una ragazza nigeriana solo perché è nera, come è accaduto a corso Sonnino un mese fa, non riusciamo a trovarne una abbastanza chiara per chi si arricchisce pigiando in una stanza 7 africani o chi li arruola nelle campagne durante la raccolta di pomodori per 3 euro a cassetta. O forse la più precisa sarebbe appunto «delinquente». Per avere una legge sul caporalato che impedisse a chiunque di morire di fatica abbiamo dovuto attendere il morto di troppo. Non sappiamo quanto e cosa bisogna aspettare perché i proprietari di Libertà o altri quartieri siano costretti ad affittare secondo le leggi della decenza oltre che dello Stato. Questo impedirà le risse fra gli immigrati? La risposta è una sola, forse sì. Perché gli umani che hanno tutti i giorni qualcosa da mangiare e vivono in luoghi decenti difficilmente si azzuffano, aggrediscono o rendono la vita difficile agli altri umani. Il problema del Libertà (e di tutti i luoghi dove vivono gli immigrati) è essenzialmente questo. Cominciamo a cambiare la loro vita, cambieremo anche la nostra. A meno che non sia solo questione di pelle. Nera.