Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Libertà, affitti in nero e ristoranti improvvisati Via a controlli e sanzioni
Controlli e sanzioni per ripristinare le regole. La difficile situazione del quartiere Libertà, dopo l’ultima estate rovente sotto il profilo della sicurezza, non ha lasciato indifferenti le istituzioni. Le proteste degli abitanti del rione più popoloso di Bari, in seguito alle risse fra immigrati e al trambusto provocato di notte nei pressi dei locali in cui si riuniscono, hanno portato il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica a mettere sotto la lente d’ingrandimento il problema.
Controlli e sanzioni per ripristinare le regole. E permettere a tanti residenti di tornare a vivere senza timori. La difficile situazione del quartiere Libertà, dopo l’ultima estate rovente sotto il profilo della sicurezza, non ha lasciato indifferenti le istituzioni.
Le numerose proteste degli abitanti del rione più popoloso di Bari, in seguito alle risse sempre più frequenti fra immigrati e al trambusto provocato di notte nei pressi dei locali in cui si riuniscono per bere e mangiare, hanno portato il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica a mettere sotto la lente d’ingrandimento il problema. Non l’unico nella zona ma di certo quello diventato più urgente.
Da settembre, in particolare, in aggiunta ai “normali” pattugliamenti di polizia e carabinieri, è stata rafforzata l’attività della sezione annonaria e amministrativa della polizia locale. Nel mirino sono finiti non solo i “ristoranti” abusivi, ma anche le abitazioni nelle quali, come raccontato ieri dal Corriere, i migranti vivono spesso in condizioni igieniche precarie. «Persino – ammette il comandante della polizia locale, Nicola Marzulli – in 10, a volte 15 in appartamenti di pochi metri quadri». Una operazione voluta anche per porre un freno al business abusivo delle case e locali affittati senza la registrazione dei contratti o ad un numero inferiore di persone rispetto ai reali occupanti e che è già finito all’attenzione della Procura della Repubblica. «Abbiamo mappato il territorio, trasmesso i dati alla Questura e pian piano stiamo procedendo – assicura il generale Marzulli – anche se abbiamo il grosso problema che occorre operare soprattutto in orari notturni, quando le pattuglie a disposizione, per forza di cose, diminuiscono. Su indicazione del Comitato per l’ordine e la sicurezza e in coordinamento con la polizia, da un paio di mesi, stiamo controllando tutti i locali che ci vengono segnalati dai cittadini in cui la sera si riuniscono gli extracomunitari, compreso quello in via Abate Gimma di cui avete parlato, dove hanno agito la polizia giudiziaria e la sezione annona. Operiamo una o due volte alla settimana e fino ad ora abbiamo proceduto al sequestro e alla successiva chiusura di 8 locali per mancanza delle autorizzazioni o per carenze igienico-sanitarie. Alcuni si sono messi in regola, altri vengono riaperti nelle immediate vicinanze a pochi giorni di distanza».
Il lavoro non è semplice, anche perché il rione Libertà – circa 60.000 abitanti – è una città nella città. «Ci muoviamo sempre con la polizia o con i carabinieri perché entrare in un posto in cui ci sono 20, 30 e a volte anche più extracomunitari comporta qualche rischio. Fino ad ora, però, a parte le urla e le proteste non ci sono stati grossi problemi».
L’altro aspetto, forse addirittura più preoccupante per certi versi, è quello degli appartamenti
I vigili urbani La polizia municipale ha avviato controlli Il comandante Marzulli: «È una città nella città» Il dossier I dati raccolti dalla polizia municipale sono stati trasmessi in Questura
sovraffollati, affittati ufficialmente a poche persone e in alcuni casi in nero. In via Ettore Fieramosca, per esempio, c’è un intero stabile in cui non ci sono più baresi. «Stiamo effettuando controlli anche negli immobili – conferma Marzulli – e a volte troviamo situazioni di sovraffollamento incredibili. In questo caso è possibile che ci siano anche profili penali oltre che amministrativi. Abbiamo già elevato una quarantina di sanzioni nei confronti dei proprietari».
Il lavoro però è solo all’inizio, anche perché, in un quartiere dal quale i baresi tendono a fuggire, ad alcuni questo nuovo affare sembra far molto comodo.