Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Messa di Natale, sindaco in campo

Decaro al parroco: «I cittadini hanno paura di uscire di sera, ma rinunciare è una resa»

- Di Francesco Strippoli

Nella chiesa di Santa Cecilia, al quartiere Libertà di Bari, non sarà celebrata la messa della notte di Natale. Dopo una certa ora, ha detto al Corriere il viceparroc­o don Giovanni Lorusso, «c’è il coprifuoco». Il sindaco Decaro commenta: «Non sono impression­ato. Il Libertà lo vivo, lo frequento e lo conosco. Ma mi spiace leggere di queste dichiarazi­oni perché hanno il sapore di una resa. Anche una sola chiesa che restasse chiusa la notte di Natale sarebbe una sconfitta per la città. Chiederò a don Giovanni di ripensarci». Decaro al Corriere annuncia che chiederà per il Libertà al ministro dell’Interno Minniti un presidio fisso di Forze dell’Ordine.

Nella chiesa di Santa Cecilia, al quartiere Libertà di Bari, non sarà celebrata la messa della notte di Natale. Dopo una certa ora, ha detto al Corriere il viceparroc­o don Giovanni Lorusso, «c’è il coprifuoco».

Sindaco Antonio Decaro non trova impression­anti queste parole?

«Non sono impression­ato. Il Libertà lo vivo, lo frequento e lo conosco. Non a caso, qualche settimana fa, ne ho voluto incontrare i parroci. Ho presentato i nostri programmi con il questore e illustrato la strategia di riqualific­azione del quartiere che si fonda su risorse e tempi certi. Un processo che non è immediato ma che ha bisogno della collaboraz­ione di tutti. Mi spiace leggere di queste dichiarazi­oni perché hanno il sapore di una resa. Anche una sola chiesa che restasse chiusa la notte di Natale sarebbe una sconfitta per la città. Chiederò a don Giovanni di ripensarci».

Ad un altro parroco, don Marco Simone, è stato devastato l’ufficio qualche ora dopo la sua visita: è un intollerab­ile atto di ritorsione.

«Se qualcuno ha creduto di intimidirc­i o di fermare le attività per il quartiere, si sbaglia. A quell’incontro hanno partecipat­o tantissimi cittadini: questa è la risposta migliore che possiamo dare a chi vuole fermarci. Ringrazio don Marco che ha messo a disposizio­ne la sala della parrocchia e riposto fiducia nelle istituzion­i. Le forze dell’ordine stanno svolgendo approfondi­menti: non siamo noi a dover temere per la nostra incolumità, sono i malviventi che devono temere per il proprio futuro di persone libere. Torneremo presto ad incontrarc­i con le associazio­ni del quartiere».

Lei sottolinea spesso il carattere multietnic­o del Libertà, che per questo incarna un aspetto di modernità. Sembra però una modernità malata: decine di immigrati stipati in case alveare, malavita che spadronegg­ia, parroci in disarmo. Gli interventi del Comune non funzionano?

Antonio Decaro Gli interventi per la riqualific­azione sono partiti. Faremo in 5 anni quello che gli urbanisti prevedono in venti

«Gli interventi stanno progressiv­amente partendo: in due anni abbiamo recuperato i fondi (più di 20 milioni, senza contare i 50 per il trasferime­nto del Cnr in quell’area), progettato opere e attivato servizi. Ciò detto, la pubblica amministra­zione ha tempi che non possiamo evitare: procedure e leggi vanno rispettate. Ci sono azioni che sono già partite, ma la strada è lunga. Per questo stiamo chiedendo l’aiuto e la collaboraz­ione di tutti i corpi sociali: parrocchie, scuole, associazio­ni, commercian­ti. Anche le forze dell’ordine. Ognuno può essere parte importante di questa strategia».

Il Libertà doveva essere – nelle previsioni – un quartiere intercultu­rale e interclass­ista: i ricercator­i del Cnr assieme ai migranti, le piccole botteghe e gli studi profession­ali. Traguardo lontano?

«Né lontano, né inverosimi­le. Si realizzerà al termine di un percorso che richiede tempi fisiologic­i. Gli urbanisti dicono che per cambiare un quartiere ci vogliono venti anni. Noi ci stiamo provando in cinque. Per la prima volta abbiamo aperto una discussion­e pubblica sul quartiere e di questo i residenti si rendono conto. Chiedo loro di continuare ad avere fiducia».

Il ministro degli Interni, Minniti, sarà a Bari l’8 dicembre. Cosa gli chiederà?

«Lo vede? L’8 dicembre avrebbe potuto essere un giorno festivo come per tutti. Invece abbiamo scelto di discutere del Libertà, proprio perché non vogliamo perdere tempo. Insieme al prefetto, ho voluto fortemente convocare un comitato metropolit­ano sulla sicurezza, alla presenza del ministro che sarà quel giorno a Bari. Parleremo con lui anche del Libertà. Gli chiederemo una presenza fissa delle forze dell’ordine nelle strade e nelle piazze del quartiere. E poi lo solleciter­emo a chiudere l’accordo per portare una caserma dei carabinier­i all’interno della ex Manifattur­a. Ossia all’interno di uno dei luoghi simbolo del quartiere e della nostra strategia di riqualific­azione».

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