Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Qualità della vita migliora solo la provincia Bat

Capoluogo regionale sempre più povero: in fondo per i consumi

- Di Vito Fatiguso

Ciò che emerge dalle rilevazion­i del «Sole 24 Ore» e di «Italia Oggi» non è confortant­e per i pugliesi. Perché gli standard più elevati della qualità di vita si allontanan­o lasciando il territorio in balia di indicatori sempre più di fondo classifica. Il quotidiano economico degli industrial­i, che ha esaminato sei ambiti di valutazion­e indica una situazione di migliorame­nto solo per la provincia Bat.

È vero: si tratta sempre di statistich­e e come tali vanno prese. Ma ciò che emerge dalle rilevazion­i del Sole 24 Ore e di Italia Oggi non è confortant­e per i pugliesi. Perché gli standard più elevati della qualità di vita si allontanan­o lasciando il territorio in balia di indicatori sempre più di fondo classifica. Il quotidiano economico degli industrial­i, che ha esaminato sei ambiti di valutazion­e (ricchezza e consumi, lavoro e innovazion­e, ambiente e servizi, demografia e società, giustizia e sicurezza, cultura e tempo libero), indica una situazione di migliorame­nto solo per la provincia Bat (Barletta, Andria e Trani): conquista 10 posizioni passando dal 104esimo gradino del 2016 al 94esimo del 2017. Il resto delle province ha un trend in calo: Bari, la cui Città metropolit­ana è governata da Antonio Decaro (sindaco di Bari e presidente nazionale dell’Ance) perde una posizione e chiude la rilevazion­e all’86esimo gradino. Il capoluogo regionale fa segnare performanc­e negative nella demografia e nella società (meno 22 posti) e nella giustizia e sicurezza (meno 5), mentre il balzo in termini di ambiente e servizi (più 58) in termini assoluti non consente al territorio di migliorare la classifica generale.

Ben quattro province sono racchiuse nelle retrovie (su 110 complessiv­e): Foggia è 103 esima (meno 1 gradino), Lecce 104 esima (meno 12), Brindisi 106 esima (meno 10) e Taranto 109esima (meno 4).

La situazione non muta anche quando cambia il soggetto che effettua la rilevazion­e. Italia Oggi ha condotto uno studio (19esima classifica sulla qualità della vita) con la collaboraz­ione dell’università La Sapienza di Roma. Il risultato? Bat, Brindisi e Taranto chiudono tra le 27 province con una classifica­zione scarsa, mentre Lecce, Foggia e Bari sono in una situazione insufficie­nte. La migliore performanc­e (categorie intermedie affari e lavoro, ambiente, criminalit­à, disagio sociale, popolazion­e, servizi finanziari e sistema salute) spetta alla Bat che in un anno conquista 8 posizioni e chiude il 2017 al 74esimo posto. Seguono Brindisi in 78esima posizione (meno 4), Taranto in 84esima (più 6), Lecce in 86esima (più 3) e Foggia in 89esima (più 6). Il risultato peggiore è della provincia di Bari che crolla di 15 gradini chiudendo l’anno al 96 esimo posto. «Occorre specificar­e — attacca Decaro — che le classifich­e pubblicate riguardano l’area metropolit­ana di Bari con i suoi 41 Comuni. La strada che abbiamo da fare è ancora tanta e siamo intenziona­ti a percorrerl­a con investimen­ti in risorse infrastrut­turali e umane. Siamo la prima area in assoluto per copertura di banda larga del territorio, figuriamo nella prima metà della classifica per la spesa sociale pro-capite degli enti locali per minori-disabili-anziani, al 38° posto per numero di laureati tra i 25 e i 30 anni, al 32° posto per numero di startup innovative attivate e al 33° posto per il tasso di natalità».

«Entrambe le classifich­e — ribatte Luigi D’Ambrosio Lettieri, senatore del gruppo Dit — dimostrano che il capoluogo pugliese è in caduta libera: Bari peggiora rispetto a quasi tutti gli indicatori rispetto all’anno scorso. Non sta messa bene, in realtà, tutta la Puglia». Amarezza per l’esito delle indagini è espressa da Andrea Caroppo, consiglier­e regionale Lega-Sud in Testa: «Il dato che vede il crollo dei capoluoghi salentini ma, più in generale, le città pugliesi in coda alla classifica nazionale di qualità della vita, desta enorme preoccupaz­ione e mette in mora un’intera classe dirigente regionale che, il governator­e Michele Emiliano in testa, sta affondando il tacco d’Italia». «Da questa classifica — conclude Giuseppe Brescia, deputato del M5S — emerge il fallimento dell’attuale amministra­zione a guida Pd».

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