Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Dall’alta finanza all’olio di qualità

È la storia dei coniugi Barba: l’addio alla grande città e la scelta dei campi

- Paola Moscardino

Aultimo nato si chiama Gloria e, fra i tanti, avrà sempre un posto «speciale». Perché Damiano e Amedeo Reale hanno scelto di dargli il nome della madre, scomparsa con il marito Pierandrea il giorno di Pasquetta del 1995 in seguito a un grave incidente stradale. È un rosso da uve del Primitivo di Manduria ed è stato presentato alla fine del mese di settembre. «Nostra madre amava far mangiare e bere bene i suoi ospiti e questo ci ha dato la spinta a produrre questo vino a lei dedicato», ha detto Damiano Reale in vevano – senza saperlo – uliveti confinanti, stessa provenienz­a geografica, perfino stesso cognome. Era scritto nelle carte del destino che Francesco Barba e Grazia Barba a un certo punto della vita s’incontrass­ero. Premessa: oggi sono, oltre che marito e moglie, alcuni fra gli imprendito­ri agricoli più apprezzati, espression­e delle cosiddette eccellenze. Termine che, se non fosse così inflaziona­to, renderebbe ancora bene l’idea: il loro olio extravergi­ne di oliva, per dirne una - prodotto in Salento, Puglia, a pochi chilometri da Lecce – ha vinto per due anni consecutiv­i il prestigios­o primo premio internazio­nale Les huiles du monde come olio migliore del mondo. Ma molto prima, prima che decidesser­o d’infilarsi stivali di gomma, fare con le loro mani la raccolta delle olive, destreggia­rsi tra uliveti e occasione della presentazi­one.

Come tutte le produzioni dell’azienda Vigneti Reale di Cellino San Marco, in provincia di Brindisi, anche Gloria ha in sé quel gusto ineguaglia­bile che deriva dalle brezze marine dello Ionio e dell’Adriatico. I vigneti, infatti, sono a 20 chilometri a Ovest dello Ionio e a 10 a Est dell’Adriatico e da entrambi i mari assorbono i venti freschi della notte. L’azienda produce vini di qualità tipici del Salento e si trova quasi a metà strada tra Brindisi e Lecce. Si estende su una superficie pianeggian­te di 250 ettari, di cui circa 85 coltivati a vigneto e un centinaio a oliveto, in un’area di antica vocazione vitivinico­la che risale ai tempi della Magna Grecia. La lista delle etichette comprende otto vini e un olio. I vini sono Malvasia Bianca, Malvasia Rosato e Malvasia Nera-Chardonnay, Negroamaro e Primitivo, tutti ottenuti in purezza dal vitigno corrispond­ente

Il destino Avevano, senza saperlo, uliveti confinanti e perfino lo stesso cognome Il «Gloria» Nostra madre amava far mangiare e bere bene i suoi ospiti e questo ci ha dato la spinta a produrre questo vino a lei dedicato

frantoi tutto il giorno fino a sera, prima, in un’altra vita insomma, Francesco e Grazia inseguivan­o altro. «I contadini? No, direi di no. In quegli anni l’idea non era nemmeno all’orizzonte», dice lei, bella ed elegante anche in comodi abiti da lavoro. Francesco Barba lavorava per una banca svizzera, ramo alta finanza, viaggi continui e un bel portfolio clienti di cui occuparsi. Grazia, laurea in Giurisprud­enza, viveva a Roma e lavorava in un’agenzia di marketing e comunicazi­one. «Avevo fatto un master ed era un lavoro che mi appassiona­va. Anche la vita della grande città, pur con i suoi limiti, mi piaceva». Poi, complici le vacanze in Puglia, s’incontrano. «Fu un’estate di grande cambiament­o – racconta lei – C’era stata la crisi della finanza, Francesco era un po’ disilluso; mio padre stava male, mia suocera non poteva più occuparsi degli uliveti. Volevamo creare qualcosa di nostro. E da un momento di disagio, abbiamo trovato la forza per provarci». Si sposano in sei mesi, uniscono le proprietà di famiglia. Oggi, i coniugi Barba al quadrato guidano l’azienda Donna Oleria – dal nome della tenuta, a Monteroni di Lecce. e tutti a Indicazion­e geografica tipica protetta (Igtp). Alcuni vitigni internazio­nali non sono ancora entrati in produzione. Quanto all’olio, è un extra vergine di standard superiore, frutto di selezionat­e qualità di olive salentine. Le nuove etichette di vino prodotte nel 2017 sono due: il Santa Croce, una Riserva di Salice Salentino Dop ottenuto dal classico assemblagg­io di Negroamaro e Malvasia Nera (80%-20%), e il Gloria, appunto, Primitivo di Manduria Dop. Entrambi i vini sono rimasti 12 mesi in barrique di rovere francese e più di 6 mesi in bottiglia.

I vigneti sono del tipo «a spalliera», i terreni aziendali sono classifica­bili come sabbio-limosi di colore rossastro. La cantina dista poche centinaia di metri dall’azienda agricola ed è dotata di tutte le attrezzatu­re che la moderna tecnologia mette a disposizio­ne per produrre vini moderni ed eleganti, in special modo il controllo delle basse temperatur­e in tutte le fasi di vinificazi­one. La bariccaia, per l’affinament­o del Gloria e del Santa Croce, è situata nel sottosuolo per una perfetta ambientazi­one termica.

L’avventura della famiglia Reale nel mondo della viticoltur­a comincia agli inizi del secolo scorso con la coltivazio­ne a vitigno delle proprietà di Cellino San Marco. In quel primo periodo, il vino o le uve vengono venduti a terzi e non si pensa ancora all’imbottigli­amento, anche perché l’attività principale è sempre stata legata al tabacco, prima come concession­ari dei Monopoli di Stato, poi come trasformat­ori, dalla foglia al prodotto finale pronto per le sigarette. Nel secondo dopoguerra prende corpo l’idea di dedicarsi di più al settore vinicolo seguendo la vocazione tipica del territorio, ovvero una produzione finalizzat­a alla quantità e alla vendita di vino sfuso o da taglio. I maggiori acquirenti sono per decenni i commercian­ti toscani e francesi in cerca di un modo per rafforzare il loro vino, carente di quel corpo e quella gradazione alcolica invece abbondante nei vigneti del Sud Italia. La storia più recente è tutta protesa alla graduale presa di coscienza delle grandi potenziali­tà qualitativ­e e commercial­i della viticoltur­a salentina.

Alle soglie del XXI secolo, il nuovo progetto della Vigneti Reale prende forma: selezionar­e dai migliori vigneti dell’azienda solo il vino destinato alla produzione propria, incrementa­ndo l’attenzione verso standard di altissimo livello sia sulla pianta che in cantina, anteponend­o finalmente la qualità del prodotto alla mera quantità. Anche il logo aziendale è un ulteriore legame con la tradizione: raffigura infatti la villa di famiglia, risalente ai primi anni del XX secolo, circondata da un giardino all’italiana. Oggi, i vini sono venduti nelle più grandi città d’Italia e del mondo, fino alla Birmania. Oltre all’olio, le farine speciali, la spasta, le conserve. Sveglia ogni giorno alle cinque, progetti tanti e sacrifici. Mai pentita? «No. E’ una scelta che rifarei anche domani».

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Francesco Barba e Grazia Barba nel loro uliveto: marito e moglie, sono fra gli imprendito­ri agricoli più apprezzati del territorio
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Produttori Damiano e Amedeo Reale producono molte etichette: la lista comprende otto vini e un olio. I vini: Malvasia Bianca, Malvasia Rosato e Malvasia NeraChardo­nnay, Negroamaro e Primitivo
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