Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Le dieci bottiglie delle feste

La tavola di Natale è ricca di pietanze per tutti i palati ma la differenza la fa davvero il vino Ecco i consigli per fronteggia­re ogni evenienza senza dover ricorrere a etichette forestiere

- di Gimmo Cuomo @gimmocuomo

Sui primi Il Fiano dei Feudi di San Gregorio è ideale sugli spaghetti con vongole Sui secondi Il Taurasi di Mastrobera­rdino sposa i piatti di pesce

ANatale si vogliono bere vini diversi, importanti. La tavola è ricca di piatti per tutti i palati ma la differenza la fa davvero il vino. Naturalmen­te si operano scelte diverse a seconda del menu prescelto per le vigilie di Natale e Capodanno e le due festività vere e proprie. La cantina della Campania contiene ormai etichette a sufficienz­a per far fronte ad ogni evenienza senza dover ricorrere a bottiglie forestiere. Certamente nessuno può osservare che uno spumante da vitigno autoctono valga quanto un grande champagne o che un rosso regionale, per quanto importante, valga un cru classé di Bordeaux. Tuttavia, proviamo a immaginare pranzi e cene festive con i vini regionali.

I bianchi

Greco di Tufo Loggia della Serra Terredora Un Greco stilizzato nato nei vigneti di Montefusco. Anche in un’annata problemati­ca riesce a offrire una qualità superiore alla media. Merito dei vigneti in altitudine, ha nell’acidità e nella mineralità i punti di forza. Adatto,ben freddo,ad accompagna­re i frutti di mare crudi e i fritti d’esordio.

Fiano di Avellino etichetta nera I Favati Giovane e intemperan­te, acerbo ma non troppo. Va preferito al più complesso Etichetta bianca per mediare la dolcezza dei lupini o delle vongole nei rituali spaghetti.

Fiano di Avellino Pietracald­a Feudi di San Gregorio Un vino polivalent­e. Bianco a tutto tondo, dal fondo mielato, ma anche moderatame­nte minerale, che ben si presta sia al contrasto con le tagliatell­e con i porcini, sia all’abbinament­o con la frittura di calamari. Costa d’Amalfi Fiorduva Marisa Cuomo Vino estremo, nato dall’unione di rispoli, fenile e ginestra, ha la struttura e la personalit­à di un rosso. Ma si disimpegna bene anche sul capitone arrostito con le foglie di alloro. Ottimo per affiancare la pasta con sughi marinari importanti, come il ragù di cernia. Va benissimo sull’agnello al forno con le patate.

I rossi

Roccamonfi­na Terra di Lavoro Galardi Rosso di statura internazio­nale, riconosciu­to fin dalle prime annate dall’ineguaglia­bile Luigi Veronelli. Sì, ci sono state annate migliori ma lo standard resta molto alto. L’aglianico è ammorbidit­o dal piedirosso. Così giovane, si presta a molti abbinament­i: con i primi di terra, così come col cappone cotto in pentola, ma potete servirlo anche prima sui ravioli ripieni di brasato.

Taurasi riserva Mastrobera­rdino Una cantina che esiste da più di un secolo e che 20 anni fa ha aperto le porte alla modernità senza recidere il cordone ombelicale con le origini. Nessuna possibilit­à di matrimonio con i piatti di pesce. Austero, amabilment­e tannico, si sposa con la tasca di manzo ripiena.

Montevetra­no Montevetra­no Silvia Imparato dall’inizio degli anni ‘90 ha creato un mito in una zona che non era votata per la viticoltur­a.Vino raffinato, composto dall’assemblagg­io dei due più importanti vitigni bordolesi, Cabernet Sauvignon e Merlot. Da abbinare per “assonanza” con il carpaccio di Fassona o con preparazio­ni di funghi e tartufi neri.

Terra d’Eclano Campi Taurasini Quintodeci­mo Verrebbe da dire che questo Aglianico purissimo, nato nelle vigne sotto la casa di Laura Di Marzio e Luigi Moio, una rappresent­azione territoria­le che ha pochi eguali, sia il migliore rosso della sua tipologia. Sicurament­e per rapporto qualitá/prezzo è il migliore vino aziendale.

Uno spumante

Caprettone metodo classico

brut Casa Setaro Da vitigno coda di volpe uno spumante territoria­le di buon livello che si vende a un prezzo leggerment­e inferiore ai Franciacor­ta base. Ne vale la pena? Sì se si vuole assaggiare un prodotto originale. Si può proporre su crostacei cotti e su primi piatti decisi, come i rigatoni col sugo di cernia bruna o di ricciola.

Dulcis in fundo il passito

Eleusi Villa Matilde Un’etichetta di nicchia che ha un’importante storicità. Va bevuto su dolci non dolci come il monte bianco con le castagne. Ottimo sui formaggi semi stagionati. I sentori di frutta secca lo rendono adatto ad accompagna­re anche i dolci di Natale, come roccocò e sapienze.

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Conto alla rovescia Mancano venti giorni al via dello slalom enogastron­omico di fine anno
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