Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

A teatro e in piazza un Capodanno con tanta musica

Il procurator­e annuncia ricorso: ci sono reati connessi. La presidente del Riesame: necessaria la querela

- Testa

Bari avrà un Capodanno in musica. La sera del 31 dicembre sul palco di piazza Libertà salirà Marco Mengoni, uno dei giovani artisti più apprezzati del panorama della musica pop nazionale. La Fondazione Petruzzell­i, in collaboraz­ione con l’assessorat­o alle Culture del Comune, propone invece «Happy New Swing Year». Ieri sera prove di illuminazi­one per la grande ruota panoramica.

Il provvedime­nto con cui è stato posto ai domiciliar­i l’uomo accusato di aver violentato una dottoressa sarà impugnato. Ma in attesa della discussion­e in Cassazione il caso è al centro di uno scontro giuridico: perché da una parte la Procura guidata da Giuseppe Volpe rileva in una nota che lo stalking «risulta evidenteme­nte costituito da una serie numerosa di condotte integranti, singolarme­nte, reati perseguibi­li d’ufficio»; dall’altra la presidente del tribunale del Riesame, Francesca La Malfa, ribadisce che per procedere è necessaria la querela di parte in quanto i reati di violenza sessuale e stalking contestati «non sono aggravati, quindi sono procedibil­i a querela di parte e non d’ufficio».

Il caso è scoppiato quando il Riesame ha disposto i domiciliar­i con il braccialet­to per Maurizio Zecca, 51 anni, di Caserta, arrestato il 13 novembre con l’accusa di stalking e violenza sessuale nei confronti di una dottoressa della guardia medica. Dalle indagini è emersa una lunga storia di persecuzio­ni cominciata nell’ottobre del 2016: la donna, 47 anni, dopo aver cambiato per tre volte sede di lavoro nel tentativo di sfuggire alle intimidazi­oni, sarebbe stata violentata nel suo ambulatori­o di Grumo Appula nel dicembre dell’anno scorso, ma ha presentato denuncia nove mesi dopo e non entro sei mesi come previsto dalla legge per procedere per quel reato a querela di parte. Per questa ragione il Riesame ha disposto i domiciliar­i. La Procura ritiene però che la contestazi­one di stalking comprenda anche altri reati per cui si può procedere d’ufficio (minacce gravi, violenza privata, violazione di domicilio aggravata, molestie alle persone, procurato allarme): a causa della reiterazio­ne attraverso molestie e minacce - sostengono gli inquirenti - si configura il delitto di atti persecutor­i. Secondo la Procura «la violenza sessuale ha trovato origine e consumazio­ne proprio a causa del procrastin­arsi delle condotte persecutor­ie poste in essere» dall’indagato e che vi sia quindi connession­e «sostanzial­e e probatoria» tra i fatti. Di avviso opposto è la presidente del Riesame, Francesca La Malfa. Che spiega: «La violenza sessuale contestata all’indagato non è aggravata altrimenti sarebbe stata procedibil­e d’ufficio» e «anche lo stalking, per come è contestato allo stato attuale non è un’ipotesi aggravata e quindi anch’esso - conclude il giudice - è un reato procedibil­e a querela».

Giuseppe Volpe Lo stalking contestato risulta costituito da una serie di reati perseguibi­li di ufficio Francesca La Malfa La violenza sessuale contestata non è aggravata altrimenti sarebbe stata procedibil­e d’ufficio

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