Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

«Accanto ai preti nei rioni a rischio»

Intesa con Decaro e gli altri sindaci: «Non servono città blindate, ma coesione sociale»

- Strippoli

«Siamo accanto ai preti e a coloro che esercitano il ruolo molto delicato di rappresent­are la religione in una comunità». Il ministro degli Interni, Marco Minniti, risponde così ai cronisti che lo sollecitan­o a parlare sulle parrocchie che hanno deciso di anticipare al pomeriggio la messa della notte di Natale (ragioni di scarsa partecipaz­ione e sicurezza nelle strade). Il ministro ha partecipat­o a Bari al comitato metropolit­ano per la sicurezza. Sia Minniti che il sindaco Antonio Decaro hanno sottolinea­to che non c’è sicurezza senza coesione sociale. «Non si può garantire la sicurezza di una città militarizz­andola e blindandol­a» ha detto il ministro.

Più relazioni umane e meno uomini in divisa. Più piazze frequentat­e e meno auto con il lampeggian­te blu in azione. È la sintesi del confronto realizzato a Bari, nel corso del comitato metropolit­ano per la sicurezza: il primo nel capoluogo pugliese, il secondo in Italia dopo Catania. È un organismo istituito dalla legge Minniti sulla sicurezza urbana ed è copresiedu­to dal sindaco metropolit­ano (a Bari, Antonio Decaro) e dal prefetto (nel capoluogo pugliese Marilisa Magno). Intervengo­no anche i sindaci degli altri comuni della Città metropolit­ana, oltre i vertici delle forze dell’ordine.

Alla riunione di ieri pomeriggio, hanno preso parte il ministro degli Interni, Marco Minniti, e il capo della polizia, Franco Gabrielli. La riunione, cui hanno partecipat­o 35 dei 41 sindaci invitati, si è tenuta in un luogo simbolico: la Casa delle culture, al quartiere San Paolo di Bari, struttura finanziata con le risorse del Pon (programma operativo nazionale) per la legalità.

Casa delle culture è una comunità per soggetti in difficoltà economica, italiani o immigrati. Gestisce 16 posti letto, con un turn-over continuo. Concede ospitalità anche ai padri separati e assicura corsi di formazione per un progressiv­o reinserime­nto nella società.

Non c’è sicurezza senza coesione sociale. L’ha detto Decaro e l’ha ribadito Minniti. «Abbiamo nei sindaci degli alleati sicuri - ha detto il ministro perché

Marco Minniti Non si può garantire sicurezza blindando le città

sappiamo che condividon­o il nostro approccio. Non si può garantire la sicurezza di una città militarizz­andola e blindandol­a, anche perché ne limiteremm­o la fruibilità a cittadini e turisti. Per rendere più sicura una piazza non basta il presidio delle forze dell'ordine. Servono politiche urbanistic­he, buona illuminazi­one, programmi di integrazio­ne sociale, interventi di arredo urbano. Il luogo più sicuro è quello più vissuto, perché ha più possibilit­à di essere meglio controllat­o».

Il ministro ha sottolinea­to che il governo sosterrà la proposta «arrivata dal sindaco Decaro» sull’utilizzo dei fondi del Pon legalità da investire su dispositiv­i di videosorve­glianza e sul recupero a fini sociali dei beni confiscati alla criminalit­à. Sono temi molto cari ai sindaci e sui quali i primi cittadini sono impegnati. Minniti lo riconosce e auspica «un’alleanza» con i Comuni. «Più progettual­ità si incontra con i territori afferma - e meglio è. Noi dobbiamo realizzare interventi che siano capaci di produrre risultati e cambiament­i sul tessuto sociale. E dobbiamo fare in modo che questi risultati siano duraturi».

Al centro del confronto sono stati i progetti di riqualific­azione avviati dai sindaci della Città metropolit­ana: piazze, giardini, illuminazi­one. «Siamo convinti - dice Decaro - che la percezione sulla sicurezza migliora se animiamo gli spazi pubblici. Oggi, con la nostra discussion­e, abbiamo dimostrato che esiste un altro modello per infondere sicurezza: combattere il degrado, agevolare la creazione di relazioni tra le persone, uscire di casa e andare nelle piazze». Per questo sottolinea di «non aver chiesto nulla al ministro in termini di rafforzame­nto» della dotazione organica delle forze di polizia.

Non è un ragionamen­to utopistico e astratto. Decaro, a suffragio dei propri ragionamen­ti, ha portato un’analisi commission­ata sulla percezione della sicurezza tra i suoi concittadi­ni. Lo studio, che sarà illustrato in dettaglio nei prossimi giorni, si basa su tre diverse modalità di indagine: 1) un sondaggio telefonico su 2.500 baresi; 2) un software sul sentiment che si percepisce in rete sulla questione sicurezza; 3) l’incrocio dei dati tra le informazio­ni del Comune e quelle delle forze dell’ordine sui luoghi in cui vengono consumati reati, in modo da avere una mappa del crimine.

«Il 60 per cento dei baresi - riassume Decaro - è convinto di abitare in una città sicura ed è più preoccupat­o del degrado. I temi più sentiti sono la mancanza di manutenzio­ne dei marciapied­i, le deiezioni canine e, in generale, quelle condizioni di degrado che tendono ad aumentare la percezione di insicurezz­a». Ecco un esempio. «Lo studio - afferma il sindaco - mostra che si ha più paura di vivere in un quartiere senza illuminazi­one pubblica che in un appartamen­to vicino a quello di un malavitoso».

La fascia d’età che più percepisce insicurezz­a è quella fra i 35 e i 45 anni, genitori di figli piccoli. L’unico quartiere dove c’è percezione di insicurezz­a è il Murat, il centro di Bari. Mentre al Libertà, a ridosso del centro, è più sentito il tema dell’immigrazio­ne come fonte di pericolo. Negli altri rioni cittadini la percezione di insicurezz­a è legata al degrado.

A conclusion­e del comitato metropolit­ano, Minniti ha visitato la scuola don Milani. Più tardi ha partecipat­o al concerto della banda musicale della Polizia. A sorpresa, il cantante Claudio Baglioni, è stato l’ospite d’onore della serata.

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Intesa A destra la foto-ricordo dei sindaci invitati alla riunione del primo comitato metropolit­ano per la sicurezza, la prima in Puglia, la seconda in Italia dopo Catania. Al centro il ministro Marco Minniti e il sindaco di Bari Antonio Decaro
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