Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Sapemore strano e nostrano
In un vicolo alle spalle del porto il «cucinino» più originale di Molfetta (e non solo)
Ci aggiriamo tra le stradine che dalla piazza Vittorio Emanuele II si allungano fino a raggiungere il suggestivo borgo antico e l’animatissimo porto di Molfetta. Siamo infatti alla ricerca di un localino quasi nascosto in uno di quei vicoli che si spingono verso le tante barche attraccate. Locale che riusciamo infine a trovare, malgrado la poca luce tutt’intorno e l’insegna per nulla appariscente, e che desta immediatamente la nostra curiosità in virtù del nome assai singolare: Sapemore Il Cucininostrano. Ad attirare l’attenzione, tuttavia, è sopratutto il gioco di parole tra i due aggettivi che vogliono identificare le operazioni di cucina: strano e nostrano. Due aggettivi in apparente contraddizione tra loro, ma che esprimono una dichiarazione d’intenti relativamente alla proposta gastronomica di Domenico Laforgia e Antonio Cubeddu (foto 1), che in effetti riesce a coniugare l’utilizzo dei prodotti del territorio con le ricette vegane e vegetariane, e con le contaminazioni etnico-mediterranee, attraverso una serie di belle idee e interessanti spunti, sempre sensati, anche quando non vengono realizzati in modo del tutto convincente.
Ecco che nelle informali salette interne ( foto 2), tra tovaglie di carta, manifesti alle pareti e oggetti vintage, e dove si occupa di tutto il solerte Corrado de Gennaro, si possono ordinare l’esotica crema di ceci con sesamo, limone e paprica (hummus), la salsa greca a base di yogurt, e la feta al forno con cipolla, pomodoro, olio e origano.
In alternativa si può compiere una decisa virata in direzione della tipicità, con l’ironico recupero di un classico molfettese, cozze crude e provolone, che qui vengono serviti in tegamino al forno con cipolla e pomodori. Per poi continuare con la rarità delle orecchiette al ragù di pelose (foto 3); o con l’alternarsi di sapori ora più intensi ora più delicati, dal baccalà fritto, e dal fresco carpaccio di polpo, fino al tortino di carciofi con maionese di ricotta forte, e alla poco riuscita cotoletta di funghi cardoncelli con maionese vegana (senza uovo) fatta in casa. Il menu, che cambia periodicamente e in relazione alle disponibilità stagionali del mercato, prevede anche un’ampia selezione di insalate e ghiotti panini. Oculato assortimento di etichette (in prevalenza) pugliesi, e molte birre artigianali, italiane ed estere. Si spendono circa 20 euro vini esclusi.