Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
LA BATTAGLIA SUL PEDIATRICO
Alle polemiche aperte dalla Regione Puglia, ora si aggiunge il casopediatria, con Emiliano che punta tutto sull’ospedale «Giovanni XXIII», in concorrenza con l’analogo settore dell’Università di Bari. I conflitti inter-istituzionali divengono campo di elezione del presidente, che contemporaneamente mantiene il fronte burrascoso della Tap, quello del siderurgico ionico, e ora un terzo – ancora più sorprendente – fra assessorato regionale alla sanità, sempre di Emiliano, e cliniche universitarie. Se la Tap e l’Ilva di Taranto sono politicamente ben leggibili, nell’urto fra il nostro presidente e il governo giunto alla sua estinzione, la questione di pediatria appare più di sapore locale, ma è più difficile da spiegare. Sgombriamo il campo dagli equivoci, dato che la presenza operativa a Bari di esterne strutture scientifiche e mediche non ha mai offeso nessuno, nel normale scambio fra studiosi e clinici di differente indirizzo (Veronesi era di casa). Il vero nodo del cosiddetto Ospedaletto è che le decisioni siano passate attraverso l’esclusione del locale Ateneo, cancellato persino dai momenti della comunicazione. Se il clima della medicina di Bari viene turbato nel profondo per interessi individuali, lo vedremo; ma già ora è certo che una così grave posizione verso l’Università e i suoi scienziati, la Regione Puglia non l’aveva mai assunta, tanto più che del caso aperto non esistono ad oggi plausibili spiegazioni. Che dobbiamo pensare? Forse Emiliano, spinto nella sua personalizzazione della politica locale, vuole liberarsi di strutture mediche molto riconosciute, magari per crearsi la «sua» sanità, senza dipartimenti universitari, professori e rettori di troppo. Inoltre, sempre che non intervengano auspicabili correzioni di rotta, sorprende che in tutta la vicenda non sia stata soppesata la lacerazione istituzionale causata proprio dalla Regione, dalla quale si attende invece sviluppo, nella certezza dei compiti plurali delle figure più avanzate della nostra società. Emiliano potrebbe sempre smentire simili preoccupazioni, ma con scelte concrete e immediate, che riaprano interamente lo scenario delle cliniche pugliesi, coinvolgendo sino in fondo gli Atenei della regione, ciascuno per la propria area di formazione e intervento. Se in Puglia non ritorna il quadro di una politica dura, però ragionata e promozionale, è facile prevedere rischi seri di riduzione della vita pubblica a una pratica di sortite, scaramucce e estenuanti battaglie fra corpi interni del potere, con generale delegittimazione e oscuramento del buono che comunque esiste.