Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
A Grottaglie un centro per rottamare gli aerei e Leonardo incassa commesse per il Boeing
Nuove commesse per il Boeing 787 (prolungamento del contratto di fornitura fino al 2030) e la possibilità di poter disporre di una dotazione produttiva (ovvero di «pacchetti di lavoro») da destinare eventualmente a nuovi modelli della multinazionale statunitense. Ma soprattutto la disponibilità di localizzare nell’area dell’aeroporto «Marcello Arlotta» l’attività di decommissioning. Ovvero lo smantellamento di elicotteri e aerei in disuso da raccordare con l’attività che si sta creando nel porto di Taranto, area ex Belleli. Martedì scorso, dopo un lungo periodo di «lontananza», Regione Puglia e gruppo Leonardo hanno riallacciato i rapporti. A Roma da un lato c’era Michele Mazzarano, assessore regionale allo Sviluppo Economico, e dell’altro Raffaella Luglini, responsabile dei rapporti con gli investitori. Oggetto dell’incontro è stata la crescita del comparto con un ventaglio di opzioni per supportare la società sulla del business. L’ex Finmeccanica è impegnata in un percorso di ristrutturazione aziendale che porterà, entro la fine di febbraio prossimo, alla presentazione di un nuovo piano industriale. E l’area ionica è destinata a rivestire un ruolo centrale.
L’alleanza tra Boeing e lo stabilimento Leonardo di Grottaglie è sempre più solida e sta diventando un modello da esportare anche in altri siti ex Finmeccanica (come Pomigliano d’Arco in difficoltà sulla qualità delle produzioni del Boeing 767). Proprio la Campania aveva «ceduto» i trasfertisti nella fase di star up di Grottaglie dal 2005 in poi. D’altronde il global settlement sul 787 è un accordo grazie al quale Leonardo ha chiesto il prolungamento del contratto sul Boeing 787 fino a 2.700 sezioni di fusoliera in fibra di carbonio (quello precedente prevedeva la fornitura di 1.250 sezioni di fusoliera). Tale intesa consentirà a Leonardo di lavorare a Grottaglie almeno fino al 2030, rispetto all’orizzonte precedente del 2021. Tanto che l’azienda ha messo in funzione anche il secondo forno utilizzato per la creazione delle sezioni 44 e 46 il cui numero mensile passerà da 12 a 14 (sinora sono state consegnate complessivamente 692 coppie). E, a quanto pare, tale soluzione tecnica potrebbe aprire spazi per ospitare altri «pacchetti di lavoro» magari per modelli come il 737 o il 777. Tutto ovviamente è in fase di valutazione perché la priorità è mettere a regime l’ampliamento di produzione al 2030. «La Regione — spiega Mazzarano — è pronta a sostenere lo sviluppo delle nuove iniziative. I nostri strumenti vanno dai contratti di programma ai piani per la riqualificazione del personale. D’altronde Leonardo sta completando il pro- cesso di internalizzazione». Attività che prevede 180 assunzioni in due anni. Ma c’è di più: la Regione Puglia, che vuole rilanciare i rapporti con la multinazionale italiana dell’aeronautica, avrebbe messo sul piatto la disponibilità a collaborare per aprire un nuovo versante industriale. Si tratta dell’attività di decommissioning, lo smantellamento di velivoli in disuso. «Crediamo — conclude Mazzarano — che questa sia una possibilità di crescita per l’intero territorio. Sul versante del collegmaneto tra aeroporto e porto».
In effetti, già c’è un primo passaggio sull’area ex Belleli del molo a Sud della città. C’è un protocollo d’intesa firmato tra il ministero della Difesa e il Comune di Taranto per localizzare un’attività industriale che prevede un ruolo attivo di Fincantieri. E con l’istituzione delle Zone economiche speciali (in Puglia la richiesta complessiva è di 60 chilometri quadrati) l’appetibilità per gli insediamenti potrebbe sposare il concetto di spazio portoaeroporto.
Mazzarano La Regione è pronta a sostenere le iniziative con i contratti di programma e la formazione