Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Binario morto
Legambiente, le ferrovie peggiori C’è anche la linea della strage
La ferrovia dello scontro del 12 luglio 2016 nel tratto a binario unico tra Andria e Corato che causò la morte di 23 persone e 60 feriti entra di diritto tra le peggiori 10 linee ferroviarie d’Italia segnalate da Legambiente che ha presentato «Pendolaria 2017», campagna a fianco di chi ogni giorno prende il treno per andare a lavoro, a scuola o all’università.
Nel dettaglio la ferrovia Bari-Corato-Barletta è una linea ferroviaria di 70 chilometri gestita da Ferrotramviaria che attraversa un bacino di utenza di circa 700mila abitanti e che fino a due anni fa era indicata anche come esempio di successo per il trasporto ferroviario pendolare.
Intanto proprio la settimana scorsa le indagini preliminari sullo scontro del luglio 2016 con 19 indagati e in particolare ai vertici di Ferrotramviaria è stato contestato di non aver speso i fondi destinati alla sicurezza. Anzi avrebbero risparmiato circa 660mila euro sull’installazione del blocco conta assi con cui si sarebbe potuta evitare la tragedia. Ebbene a seguito dell’incidente la linea è stata chiusa per l’appunto tra Andria e Corato e sono partiti i lavori per il raddoppio della tratta di 10 chilometri. Su questa linea in precedenza viaggiavano 48 treni al giorno con un tempo di percorrenza di circa 50 minuti ed una velocità media di 60 chilometri orari, mentre ora funziona un servizio sostitutivo di autobus. Servizio che secondo quanto annunciato da Ferrotramviaria nei mesi scorsi sarebbe dovuto tornare su ferro al massimo in concomitanza con la riapertura delle scuole a settembre 2017. Così non è stato ed oggi continuano a scorrazzare gli autobus sostitutivi con enormi disagi per gli studenti e i lavoratori che si vedono costretti ad utilizzare il treno tra Bari Centrale e Ruvo, cambiare con i pullman fino ad Andria e risalire su un altro treno per raggiungere Barletta. «Inoltre - si legge nel rapporto di Legambiente - le corse complete da Bari Centrale a Barletta, seppure con l’inevitabile doppio trasbordo, sono solamente 20, contro le 24 che in precedenza venivano effettuate con i treni. La stazione cittadina di Corato rimane quindi isolata ed è tuttora inutilizzabile anche la tratta che da Corato conduce ad Andria, quella in cui si verificò il terribile incidente. I binari dovranno prima essere dissequestrati, poi inizieranno i lavori per il raddoppio. Nelle ore di punta il disagio si acuisce: il servizio sostitutivo su gomma risulta essere, talvolta, carente». Condizioni di viaggio che creano comunque un determinato disagio ai pendolari che invece nel collegamento su ferro troverebbero il modo più economico, veloce ed ecologico per raggiungere la loro destinazione giornaliera. Disagio presente in tutta Italia che ormai va a due velocità e che vede i treni destinati ai pendolari spesso dimenticati. «Il problema del trasporto ferroviario in Italia è che manca una strategia di potenziamento complessivo, al di fuori dell’Alta Velocità - commenta Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente - che permetta di migliorare l’offerta a partire dalle grandi città e dalle situazioni più difficili sulle linee secondarie, in particolare del Sud. Chiediamo al governo Gentiloni di individuare subito risorse nella legge di stabilità in corso di approvazione per rilanciare la cura del ferro che serve al Paese nelle città».