Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
SE STANNO INSIEME CI SARÀ UN PERCHÉ
Se stanno insieme ci sarà un perché. Dal c’eravamo tanto odiati alla stretta di mano. Dalle liti e dagli attacchi da querela al patto degli ex sindaci che vogliono contribuire alla crescita del Sud, della Puglia, di Bari. Michele Emiliano e Simeone di Cagno Abbrescia si sono ritrovati nel foyer del Petruzzelli a parlare di un futuro possibile. Forse anche di un futuro elettorale possibile, e c’è chi scherza: «La vedo già la lista di Simeone per le prossime Regionali: si chiamerà Moderati per Emiliano». Ride, ma chissà che non ci sia andato lontano.
Un’alleanza che ha lasciato tra i perplessi anche un deputato vicino a Emiliano come Dario Ginefra: «Non posso dimenticare gli anni in cui ho fatto opposizione al sindaco Di Cagno Abbrescia». Altri sono rimasti senza parole: Alessandro Laterza: «Non commento», Franco Cassano: «Devo riflettere, devo capire meglio». Non è una novità il reclutamento di uomini del centrodestra da parte di Emiliano. E l’altra sera nel Petruzzelli sembrava una rimpatriata tra vecchi amici, combattenti e reduci che hanno resistito sulla stessa linea del fronte. Ma non era nostalgia canaglia. Era più «c’eravamo tanto odiati». E mica poco. Emiliano in quella campagna elettorale attaccò la «Bari delle grandi famiglie, come quella di Di Cagno Abbrescia, che facevano e disfacevano ogni cosa, con manovre e giochini personali». Simeone contrattaccava: «Quello che dice è al limite della querela. Come si permette? Ritiri quello che ha detto. Lei è un magistrato: io ho paura per le persone che ha giudicato». «Ci provi a querelarmi». «Lei è scorretto, mi denigra, attacca i familiari». Al di là degli affondi personali, per i quali Emiliano ha chiesto scusa, c’era tutto il resto su cui non esisteva una visione comune: punti di vista opposti su Punta Perotti, cittadella della giustizia, mafia a Bari, municipalizzate, zone a traffico limitato, piano casa. Litigarono anche su un paio di transfughi che dal centrodestra passarono al centrosinistra. Simeone accusò: gli hanno assunto i figli. A quei tempi, stranezze dell’epoca, certi cambi di casacca facevano scalpore e si pensava sempre che ci fosse un corrispettivo in cambio. Insomma: non erano d’accordo su nulla. Adesso, però, le cose sembrano cambiate. Sull’utilità dei dissalatori israeliani, tanto per dirne una, vanno d’accordo (niente di meno). Un punto come un altro da cui partire per costruire un’intesa. C’è un po’ più da lavorare per trovare comunione di intenti, sempre per dirne una, sull’idea di Di Cagno Abbrescia di costruire sulla linea di costa per rilanciare il turismo («ci sono casi in cui dobbiamo superare il limite dei trecento metri dal mare»). Eppure, se stanno insieme ci sarà un perché.