Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
D’Alema chiama Vendola e blinda il bilancio regionale
L’accordo segreto per votare a favore della manovra di Emiliano
Il vertice di Mdp ha esercitato pressioni su quello di Sinistra italiana perché persuadesse i suoi consiglieri regionali a votare il Bilancio della Puglia. La telefonata l’ha fatta D’Alema a Vendola.
Anche a Roma si occupano del Bilancio 2018 della Regione. Non perché abbia contenuti che meritino attenzioni superiori, piuttosto per ragioni politiche. In breve: il vertice di Mdp ha esercitato una discreta e garbata pressione su quello di Sinistra italiana perché persuadesse i suoi consiglieri regionali a votare il Bilancio della Puglia. La telefonata l’ha fatta Massimo D’Alema (sempre attento alle dinamiche pugliesi) e a riceverla è stato Nichi Vendola.
La questione è facilmente decodificabile se si pensa che i consiglieri di Sinistra italiana (Mino Borraccino e Mimmo Santorsola) sono spesso in disaccordo con Michele Emiliano. Soprattutto Borraccino, il quale da molto tempo non perde occasione per marcare la propria distanza dal governatore.
Emiliano ne è pienamente consapevole e sta provando a ricucire i rapporti. Nelle scorse settimane (era il 21 novembre) ha tentato di rabbonire la furente delegazione di Sinistra italiana che si è presentata nel suo studio per denunciare l’insoddisfazione del partito sul governo regionale (si sono accomodati il segretario Nico Bavaro, gli ex assessori Tommaso Fiore e Marco Barbieri, il medesimo Borraccino; ad affiancare il governaBorraccino era Domenico De Santis). Oggetto delle doglianze dei vendoliani: sanità, Acquedotto, contrasto al lavoro nero in agricoltura, nomine negli enti vigilati da Regione. Le rassicurazioni del governatore sono servite a poco. La diffidenza e la distanza sono rimaste. Sicché la conseguenza più immediata, dalle parti di SI, è stata quella di ipotizzare il voto negativo sul Bilancio, giudizio politico per eccellenza. non vedeva l’ora e Vendola nei giorni scorsi aveva dato sostanziale via libera.
Qui si introduce l’intervento di D’Alema, preoccupato di non dividere i soci fondatori del neonato movimento dei Liberi e uguali (costituito da Mdp e SI). In verità anche due dei tre consiglieri di Mdp, Ernesto Abaterusso e Pino Romano, sono molto critici verso Emiliano. Ma non sono ancora arrivati al punto di rottutore ra, anche per senso di responsabilità: se i loro due voti negativi si saldassero a quello di Borraccino, la maggioranza scenderebbe da 30 a 27. Ma i 27 esistono solo sulla carta e sono costantemente minati da fibrillazioni interne: vanno considerati i malumori forti di Mario Pendinelli (passato dalla lista Emiliano al Misto), Gianni Liviano (lista Emiliano, in rotta con il governatore), il dubbioso Santorsola, il critico Napoleone Cera (Udc). Cui si aggiungono i (mutevoli) malpancisti del Pd. Cosicché, il sassolino Borraccino potrebbe diventare una valanga. Inopportuno, per ora, movimentare le acque. Per di più, i vertici di Mdp vogliono evitare di essere scavalcati nelle proteste dal movimentismo di SI.
Emiliano, in verità, è diventato più cauto. Smania dalla voglia di avere un esponente di Mdp nella giunta per ripararsi da quella parte. Per questo fa arrivare insistenti profferte a Pino Romano perché accetti la nomina ad assessore. La richiesta è stata respinta. Per ragioni tattiche - con le elezioni vicine e la concorrenza al Pd, è il caso di differenziarsi - e per motivi di sostanza: la conduzione della giunta non è gradita a quelli di Mdp, che la giudicano troppo accentratrice.
Oggi il Bilancio 2018, dopo il dibattito di ieri, andrà al voto. Troverà i tassativi 26 voti (metà più uno dei componenti) per passare. Domani si apre la campagna elettorale. Saranno giorni convulsi, anche per la giunta Emiliano.
Il voto Oggi saranno trovati i 26 voti necessari Mdp e SI non vogliono dividersi