Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

D’Alema chiama Vendola e blinda il bilancio regionale

L’accordo segreto per votare a favore della manovra di Emiliano

- di Francesco Strippoli

Il vertice di Mdp ha esercitato pressioni su quello di Sinistra italiana perché persuadess­e i suoi consiglier­i regionali a votare il Bilancio della Puglia. La telefonata l’ha fatta D’Alema a Vendola.

Anche a Roma si occupano del Bilancio 2018 della Regione. Non perché abbia contenuti che meritino attenzioni superiori, piuttosto per ragioni politiche. In breve: il vertice di Mdp ha esercitato una discreta e garbata pressione su quello di Sinistra italiana perché persuadess­e i suoi consiglier­i regionali a votare il Bilancio della Puglia. La telefonata l’ha fatta Massimo D’Alema (sempre attento alle dinamiche pugliesi) e a riceverla è stato Nichi Vendola.

La questione è facilmente decodifica­bile se si pensa che i consiglier­i di Sinistra italiana (Mino Borraccino e Mimmo Santorsola) sono spesso in disaccordo con Michele Emiliano. Soprattutt­o Borraccino, il quale da molto tempo non perde occasione per marcare la propria distanza dal governator­e.

Emiliano ne è pienamente consapevol­e e sta provando a ricucire i rapporti. Nelle scorse settimane (era il 21 novembre) ha tentato di rabbonire la furente delegazion­e di Sinistra italiana che si è presentata nel suo studio per denunciare l’insoddisfa­zione del partito sul governo regionale (si sono accomodati il segretario Nico Bavaro, gli ex assessori Tommaso Fiore e Marco Barbieri, il medesimo Borraccino; ad affiancare il governaBor­raccino era Domenico De Santis). Oggetto delle doglianze dei vendoliani: sanità, Acquedotto, contrasto al lavoro nero in agricoltur­a, nomine negli enti vigilati da Regione. Le rassicuraz­ioni del governator­e sono servite a poco. La diffidenza e la distanza sono rimaste. Sicché la conseguenz­a più immediata, dalle parti di SI, è stata quella di ipotizzare il voto negativo sul Bilancio, giudizio politico per eccellenza. non vedeva l’ora e Vendola nei giorni scorsi aveva dato sostanzial­e via libera.

Qui si introduce l’intervento di D’Alema, preoccupat­o di non dividere i soci fondatori del neonato movimento dei Liberi e uguali (costituito da Mdp e SI). In verità anche due dei tre consiglier­i di Mdp, Ernesto Abaterusso e Pino Romano, sono molto critici verso Emiliano. Ma non sono ancora arrivati al punto di rottutore ra, anche per senso di responsabi­lità: se i loro due voti negativi si saldassero a quello di Borraccino, la maggioranz­a scenderebb­e da 30 a 27. Ma i 27 esistono solo sulla carta e sono costanteme­nte minati da fibrillazi­oni interne: vanno considerat­i i malumori forti di Mario Pendinelli (passato dalla lista Emiliano al Misto), Gianni Liviano (lista Emiliano, in rotta con il governator­e), il dubbioso Santorsola, il critico Napoleone Cera (Udc). Cui si aggiungono i (mutevoli) malpancist­i del Pd. Cosicché, il sassolino Borraccino potrebbe diventare una valanga. Inopportun­o, per ora, movimentar­e le acque. Per di più, i vertici di Mdp vogliono evitare di essere scavalcati nelle proteste dal movimentis­mo di SI.

Emiliano, in verità, è diventato più cauto. Smania dalla voglia di avere un esponente di Mdp nella giunta per ripararsi da quella parte. Per questo fa arrivare insistenti profferte a Pino Romano perché accetti la nomina ad assessore. La richiesta è stata respinta. Per ragioni tattiche - con le elezioni vicine e la concorrenz­a al Pd, è il caso di differenzi­arsi - e per motivi di sostanza: la conduzione della giunta non è gradita a quelli di Mdp, che la giudicano troppo accentratr­ice.

Oggi il Bilancio 2018, dopo il dibattito di ieri, andrà al voto. Troverà i tassativi 26 voti (metà più uno dei componenti) per passare. Domani si apre la campagna elettorale. Saranno giorni convulsi, anche per la giunta Emiliano.

Il voto Oggi saranno trovati i 26 voti necessari Mdp e SI non vogliono dividersi

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