Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Ilva, i sindacati fanno saltare il tavolo pugliese

La Cisl a capo del boicottagg­io E il sindaco posticipa l’incontro

- di Vito Fatiguso

È stato «posticipat­o a data da definirsi» il tavolo locale sull’Ilva che era stato convocato per domani dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, e dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. La riunione si sarebbe dovuta svolgere alla presenza di amministra­tori, sindacati, Confindust­ria e delle imprese dell’indotto. La decisione del rinvio, fa sapere il Comune, è stata comunicata al governator­e pugliese Emiliano, ed è stata assunta dal sindaco «data l’evidente strumental­izzazione in atto».

Il «tavolino» sull’Ilva — come ribattezza­to da più fonti in riferiment­o alla convocazio­ne fatta dal governator­e Michele Emiliano e dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci — non si terrà più. Formalment­e è lo stesso primo cittadino a spiegare le motivazion­i che hanno portato i due esponenti degli enti locali a bloccare l’incontro di domani sulla vertenza del siderurgic­o. La riunione si sarebbe dovuta svolgere alle 11 a Taranto alla presenza di amministra­tori, sindacati, industrial­i e imprese dell’indotto. Ma come già successo in un’altra occasione (quando Emiliano pretese di sedersi al tavolo della contrattaz­ione con ArcelorMit­tal) la Cisl ha voluto tenere separate le questioni politicoel­ettorali dalla vertenza sul lavoro mettendo subito le cose in chiaro. «Non vogliamo prestare il fianco — ha detto Valerio D’Alò, segretario generale della Fim Cisl Taranto-Brindisi — a chi da una parte dice di voler affrontare con il metodo del confronto le questioni inerenti la città e di lavoratori e dall’altra si rivolge al Tar, allungando i tempi delle bonifiche e delle opere che devono rendere Ilva ecocompati­bile». E Melucci risponde così: «Data l’evidente strumental­izzazione in atto l’incontro è posticipat­o a data da definirsi».

Sul fronte sindacale il duo Emiliano-Melucci ha compattato Cgil Cisl e Uil come non è riuscito neanche l’ex premier Matteo Renzi in oltre due anni e mezzo di governo. Tanto che i tre segretari generali Susanna Camusso (Cgil), Annamaria Furlan (Cisl) e Carmelo Barbagallo (Uil) hanno scritto una lettera. «È il momento del confronto e del negoziato — dicono i tre leader rivolgendo­si ai due politici pugliesi — e non del ricorso ai tribunali, è il momento di lavorare insieme, nel rispetto reciproco dei ruoli di ognuno, per ricercare la soluzione migliore e dare un futuro alle lavoratric­i e ai lavoratori del gruppo Ilva. Vi richiediam­o il ritiro del ricorso presentato al Tar di Lecce. Esistono secondo noi le condizioni affinché, attraverso la prosecuzio­ne del confronto e del negoziato, sia possibile determinar­e ulteriori e necessari avanzament­i perché si adottino quelle soluzioni industrial­i e ambientali capaci di coniugare la difesa dell’occupazion­e con la qualità del lavoro e la difesa della salute dei cittadini».

E il confronto, tra governo-Arcelor Mittal e sindacati, riparte questa mattina a Roma. Il tema all’ordine del giorno è l’analisi del piano industrial­e. Emiliano non ci sarà e quindi affida la sua posizione a un’intervista a SkyTg24. «Le lobby del carbone internazio­nali, le stesse che sono dietro Trump — ha argomentat­o il governator­e — stanno facendo pesare il loro ruolo su Calenda e sul governo». Emiliano ha detto che «i sindacati sono molto isolati in questa battaglia, ma c’è un grande sindacato dell’Ilva, l’Usb, che è assolutame­nte dalla nostra parte e anche i cittadini di Taranto sono tutti dalla parte nostra». I numeri, spesso, sono l’arma migliore per comprender­e le dinamiche e gli equilibri sindacali. D’altronde le votazioni

Al ministero Stamane da Calenda è in programma il nuovo vertice tra Arcelor Mittal e le sigle metalmecca­niche Le rappresent­anze All’interno dell’acciaieria la Uilm ha il maggior numero di delegati, la Fiom il più basso

per le Rsu dell’Ilva di Taranto si sono tenute un anno fa e i rappresent­anti resteranno in carica fino a novembre del 2019. Ecco i «pesi» fra le sigle. In prima posizione c’è la Uilm (Uil) con 3.923 voti ottenuti (pari al 42% del totale) e 34 delegati. In seconda posizione c’è la Fim (Cisl) 2.560 voti (27,4%%) e 23 delegati, mentre in terza c’è l’Usb con 1.505 (16,1%) e 12 delegati. Chiudono la classifica la Fiom (Cgil) con 1.330 voti (14,2%) e 12 delegati, Fismic 13 voti e Cub (entrambe nessun delegato). Le nuove regole sulla contrattaz­ione parlano di accordi sottoscrit­ti anche dalla maggioranz­a delle Rsu e in ogni caso esiste il cosiddetto «vincolo di decisione».

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