Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’addio a Anna Rosa: «Mai ci arrenderemo alla follia della violenza»
Centinaia sotto la pioggia per la manifestazione organizzata dai sindaci Folla anche ai funerali Monsignor D’Urso «Assassini pentitevi»
«Mai ci arrenderemo davanti alla follia della violenza che stronca la gioia della vita e che ha immolato una vittima innocente». Sono le parole di monsignor Alberto D’Urso nell’omelia durante i funerali, a Bitonto, della 84enne Anna Rosa Tarantino, uccisa per errore.
La luce delle fiaccole e i rintocchi delle campane, i cartelli e gli striscioni di associazioni e gente comune, le parole dei sindaci e del governatore: alle sette della sera Bitonto dice no alla mafia e scende in piazza per manifestare contro l’offensiva della criminalità organizzata dopo l’omicidio di Anna Rosa Tarantino, uccisa sabato scorso a 84 anni da due pallottole vaganti sparate dai soldati delle cosche che inseguivano un pregiudicato.
Per le strade di Bitonto il dolore si mescola alla determinazione. E la voglia di reagire è scolpita nei volti e nelle parole di quanti sfidano il freddo e la pioggia per ritrovarsi nella centrale piazza Moro. Dove i 41 sindaci della Città metropolitana lanciano un appello per un fronte comune nella battaglia cruciale per la legalità. Sul palco sale anche Michele Emiliano. «Si sta ripetendo un dramma che questa regione ha già conosciuto, queste sono vittime innocenti di mafia», dice il governatore. Che spiega come a Bitonto da 25 anni sia operativa «una organizzazione criminale che non siamo ancora riusciti a sconfiggere. La colpa è anche mia», dichiara.
Poche ore prima la gente si era riunita in Cattedrale per l’ultimo saluto all’84enne. I funerali sono stati celebrati da monsignor Alberto D’Urso. Che durante la cerimonia si rivolge direttamente agli assassini e lancia un appello affinché «possano comprendere la gravità del loro comportamento, pentirsi e dimostrarlo con gesti concreti».
Il sacerdote sottolinea l’urgenza di una risposta a livello sociale. «Dopo quanto è successo non possiamo starcene in casa», dichiara spiegando che «è necessario reagire promuovendo l’economia della pace contro l’economia inumana delle cosche, che offende la libertà di chi lavora onestamente come aveva fatto nella sua vita Anna Rosa. La violenza - prosegue - non deve farla da padrona, non può essere strumento di giustizia. La comunità di Bitonto è stata umiliata da questa tragica esperienza, ma ora le coscienze devono essere scosse, a partire da chi ha responsabilità istituzionali e sociali», aggiunge monsignor D’Urso. Il quale si rivolge alle «agenzie educative, prime fra tutte le famiglia» auspicando che «nel sangue innocente ci sia il seme dell’amore e del cammino che ripudia la violenza e l’odio».
Anna Rosa Tarantino, uccisa per errore mentre tornava a casa dove viveva con la sorella, era molto conosciuta in città. Faceva la sarta da sempre. Monsignor D’Urso la definisce «una donna di fede che ci ha lasciato messaggi significativi di carità, amore, lavoro». Anche il sindaco, Michele Abbaticchio, ricorda la figura dell’84enne, «sarta di tessuti e di relazione umane» e a lei si rivolge auspicando che «ci aiuti - afferma - nella ricucitura della nostra comunità lacerata e provata da questo senso di rabbia e dolore».
Al termine della celebrazione una nipote della vittima prende la parola: «Zia Anna questo il suo messaggio - è stata barbaramente uccisa dalla cieca malvagità degli uomini. Non ti dimenticheremo mai e speriamo lo faccia anche la città tutta».
Anche il governatore Sul palco è intervenuto Michele Emiliano: «Qui criminalità operativa da 25 anni»