Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Perché a questo padre è dovuta una risposta

- di Sergio Talamo @SergioTala­mo

Ricoverata a 12 anni per un guaio che sa tanto di adolescenz­a, la frattura di un femore. Dolore, un pizzico di paura e tanta voglia di farsi vedere su Instagram con il pollice alzato, come a dire «non ordinate la pizza che sto arrivando». E’ in questo scenario di normalità che piomba la tragedia di una bambina che non si sveglia più, e di un padre cui nessuno dà spiegazion­i.

Massimo Coratella è stato lasciato solo di fronte ad una sfilza di domande che «devono» avere una risposta, per ridare a tua figlia non la vita ma perlomeno la dignità di un perché. Abbiamo provato a farci le stesse domande appese al nulla da quasi quattro mesi.

Perché Zaray è morta?

Questo la medicina lo spiega, almeno in parte. E’ andata in «ipertermia maligna», una reazione infiammato­ria dell’organismo ad alcuni dei gas adoperati per l’anestesia generale. I sintomi sono molto evidenti: aumento della temperatur­a corporea fino a 45 gradi, ipertensio­ne, tachicardi­a, contrazion­i muscolari, rigidità dei muscoli scheletric­i.

E’ una patologia frequente, e comunque prevedibil­e?

Si tratta di una reazione estremamen­te rara (1 su 15 mila in pediatria, 1 su 50 mila in età adulta). E’ molto difficile prevederla perché ha origini genetiche, e solitament­e si riscontra solo quando si manifesta. In caso di forti anomalie genetiche, l’incidenza della sindrome può arrivare fino a 1 ogni 3 mila individui.

E’ sempre letale?

Assolutame­nte no. Se trattata tempestiva­mente e adeguatame­nte, riduce in modo rapido i sintomi e annulla i rischi per il paziente. Grazie alla somministr­azione di un farmaco a base di sodio dantrolene – il «Dantrium», che dovrebbe essere presente in ogni sala operatoria – negli ultimi 30 anni la mortalità si è ridotta dal 30 al 5 per cento.

Coratella ha subito domanLa dato se questo farmaco fosse presente nella sala dove veniva operata sua figlia. Visto che dopo tre mesi non aveva avuto risposta, il 6 dicembre scorso ha richiesto l’accesso agli atti. E’ un suo diritto?

Cosa si rischia In caso di mancata osservanza delle norme sulla Trasparenz­a è possibile anche proporre una causa di responsabi­lità «per danno all’immagine dell’amministra­zione» Chi è responsabi­le Non è ammesso il silenzio-diniego, né altra forma silenziosa di conclusion­e del procedimen­to; l’inosservan­za del termine costituisc­e «elemento di valutazion­e della responsabi­lità dirigenzia­le»

Sì. Il decreto legislativ­o 97/2016 sulla Trasparenz­a totale (anche detto Freedom of

informacti­on act italiano), che riforma il decreto 33 del 2013, stabilisce che «chiunque ha il diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministra­zioni, ulteriori rispetto a quelli oggetto di pubblicazi­one» salvo esclusioni e limiti precisamen­te elencati.

richiesta riguardava «i registri di uscita della farmacia ospedalier­a del Policlinic­o addetta all’approvvigi­onamento, stoccaggio e distribuzi­one dei prodotti farmaceuti­co-sanitari necessari alle sale operatorie». Ma nessuno ha risposto. Ha diritto di ricevere una risposta?

Sì. Il ministero della Pubblica amministra­zione, in una circolare esplicativ­a della legge sulla Trasparenz­a totale, la numero 2 del 2017, ha ribadito che «in base all’art. 5, c. 6, d.lgs. n. 33/2013, il procedimen­to di accesso generalizz­ato si deve concludere con l’adozione di un provvedime­nto espresso e motivato, da comunicare al richiedent­e e agli eventuali controinte­ressati, nel termine di trenta giorni dalla presentazi­one della domanda...». Non è ammesso il silenzio-diniego, né altra forma silenziosa di conclusion­e del procedimen­to; l’inosservan­za del termine sopra indicato costituisc­e «elemento di valutazion­e della responsabi­lità dirigenzia­le, eventuale causa di responsabi­lità per danno all’immagine dell’amministra­zione...» (art. 46 del decreto 33/2013).

Ecco i quesiti che offendono ogni giorno di più la memoria di Zaray e il dolore dei suoi genitori. E infine c’è la domanda a cui ogni struttura sanitaria che si rispetti dovrebbe sentire di dovere di rispondere: «Se il farmaco era presente, è stato somministr­ato a Zaray per tempo e nella dose giusta?».

Domanda drammatica. Ma, fino ad oggi, lo Stato italiano non ha messo i genitori di una bambina morta a 12 anni neppure in condizione di poterla rivolgere a qualcuno.

 ??  ??
 ??  ?? Il selfie Massimo Coratella con sua figlia Zaray in un momento felice
Il selfie Massimo Coratella con sua figlia Zaray in un momento felice
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy