Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Da Barletta un circuito per l’arte contemporanea
Presentazione dell’iniziativa stasera a Barletta «Realizzeremo una rete di musei e di mostre»
Quando parliamo di arte contemporanea ci viene subito in mente il «fruttarolo» Remo Proietti (Alberto Sordi) de Le
vacanze intelligenti. Davanti a una serie di imbuti capovolti e adagiati per terra, guardando sconsolato la moglie, esclamò rassegnato: «So’ cose che noi nun potemo capì». Era il 1978 e per fortuna da allora qualcosa è cambiato. Resta sempre una difficoltà di fondo, ma le occasioni per comprendere sono aumentate. Insieme alle opportunità di vedere, conoscere e confrontare. A Barletta questa sera viene presentato il progetto «Happy New Years Contemporary Arts», la conferenza di lancio di «Puglia - Circuito del contemporaneo» (Teatro Curci, alle 19, ingresso gratuito con prenotazione al botteghino).
«È un’idea che si basa su esperienze pregresse - spiega Giusy Caroppo, storico dell’arte e ideatrice del progetto che prevede lo sviluppo di un’infrastruttura, materiale e immateriale, per la produzione e l’esposizione di opere di arte contemporanea. Vogliamo creare una rete di musei e mostre, una sorta di circuito del contemporaneo da collocare sotto un unico marchio che caratterizzi la Puglia».
Il progetto, candidato al bando triennale regionale delle Attività Culturali, è promosso dalla Fondazione «Ettore Pomarici Santomasi» di Gravina, con la direzione scientifica del Polo Museale della Puglia, in rete con l’Associazione Eclettica_cultura dell’arte di Barletta. «Vogliamo creare un rapporto consolidato tra pubblico e privato, con produzioni di qualità, di alto profilo artistico-culturale. E con il coinvolgimento delle realtà locali del tessuto culturale pugliese. Il tutto sotto uno stesso brand, con un unico cartellone mettendo in rete i luoghi, penso al Torrione dei Passari di Molfetta, Siponto, l’Arsenale di Taranto, il B.a.c di Bari, e le aree come il Salento, quella federiciana, la Daunia».
Esiste la possibilità di ripescare l’idea di un Museo Diffuso d’Arte Contemporanea, con la distribuzione di opere sul territorio, in contesti urbani e non. «Noi vogliamo andare oltre - afferma la promotrice del progetto - già nel 2009 ho curato in Puglia un circuito del contemporaneo. Oggi non mi basta più fare la mostra. L’era dell’evento fine a se stesso deve finire. Vorrei che anche la Puglia venga riconosciuta come laboratorio artigianale
Giusy Caroppo (Storico dell’arte) L’era dell’evento fine a se stesso deve finire Vorrei che anche la Puglia venga riconosciuta come laboratorio artigianale di arte contemporanea
di arte contemporanea».
La prima parte della serata al teatro Curci sarà diviso in tre sezioni: Il concept e gli attori, Contenuti e contenitori, La cultura del progetto. Sarà moderata dal giornalista e storico dell’arte, Carmelo Cipriani, insieme a Giusy Caroppo e al curatore della sezione «Cultura del progetto», Marco Petroni. «Sarà caratterizzata da domande e risposte a tempo o brevi video-presentazioni. Ad esempio, chiederemo a Carmelo Grassi, presidente del Teatro Pubblico Pugliese, in quale misura sarà disposto a collaborare con il nostro progetto».
Concluderà la serata al Teatro Curci la performance multimediale del duo Coniglioviola con Recuperate le vostre
radici quadrate. Per i «provocatori» torinesi Fabrice Coniglio e Andrea Raviola (dieci anni fa avevano tentato un arrembaggio alla Biennale di Venezia con una chiatta pirata), l’importante è smantellare le gerarchie, mescolare i generi, mixare arte e entertainment. La loro performance è dedicata ai successi musicali delle «più feroci dive italiane degli anni 80» (fra le altre, Alice, Marcella Bella, Fiorella Mannoia, Giuni Russo, Lio, Viola Valentino, Rettore, Milva, Loredana Bertè, Mia Martini e Patty Pravo, sino ad Al Bano & Romina) reinventati attraverso arrangiamenti elettronici e l’utilizzo del video. «Il Coniglioviola - conclude Giusy Caroppo - ha creato a Torino un “condominio-museo” negli spazi comuni di un palazzo dell’800 abitato da 200 inquilini di ogni nazionalità, tutti coinvolti nel progetto. Beh, ci piacerebbe fare qualcosa di simile anche qui».