Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Emiliano ferma il voto sull’Ilva

Ritirato l’ordine del giorno che poteva mettere in minoranza la linea del governator­e

- di Francesco Strippoli

Discreto successo del governator­e. Michele Emiliano riesce ad allineare la maggioranz­a attorno alla propria posizione. In Consiglio regionale ottiene il rinvio del voto sui documenti che sollecitav­ano la giunta regionale a ritirare il ricorso al Tar contro il decreto ambientale sull’Ilva. Il centrosini­stra accoglie la tesi del governator­e e gli riconosce di essere riuscito a riaprire, con la minaccia del ricorso, una interlocuz­ione col governo. La maggioranz­a vota a favore di Emiliano, ma perde i due consiglier­i di Sinistra Italiana (Borraccino e Santorsola). Dall’opposizion­e (centrodest­ra e grillini) raffica di critiche contro la posizione del governator­e: «Se Roma non ascolta, è per colpa di chi non riesce a farsi ascoltare».

Michele Emiliano riesce ad allineare la maggioranz­a attorno alla propria posizione. Chiede e ottiene il rinvio del voto sui due ordini del giorno che sollecitav­ano la giunta regionale a ritirare il ricorso al Tar contro il decreto ambientale sull’Ilva. Il centrosini­stra nonostante le fibrillazi­oni della vigilia - accoglie la tesi del governator­e. Di più: lo asseconda e gli riconosce di essere riuscito a riaprire, con la minaccia del ricorso, una interlocuz­ione col governo che sembrava preclusa. Il voto sulla richiesta di Emiliano ottiene il sì di 26 consiglier­i di centrosini­stra; 19 i contrari. Tra questi gli esponenti dell’opposizion­e (5 Stelle e centrodest­ra) e due consiglier­i di Sinistra italiana: l’irriducibi­le Mino Borraccino, autore di uno dei documenti da votare, e l’ex assessore Mimmo Santorsola.

Emiliano prova a persuadere Borraccino. In assonanza con le sue tesi rivela di essere anch’egli favorevole alla «nazionaliz­zazione dell’Ilva se ciò fosse possibile, ma purtroppo il governo non è di questo avviso». Tuttavia, il cuore del ragionamen­to è un altro. Spiega che la situazione, rispetto al momento del deposito dei due ordini del giorno, ad inizio dicembre, è assai mutata. Il ricorso, di cui si chiedeva il rinvio, ha indotto il governo ad aprirsi «ad una fase negoziale» che era stata negata in precedenza. Ora il negoziato è in corso: il governo accetta di discutere con Regione e Comune di Taranto di quel decreto ambientale che stabilisce modalità di vendita e funzioname­nto dell’Ilva. Governo ed enti locali, spiega Emiliano, si dispongono a stipulare un atto che diventerà integrativ­o del decreto ambientale. «Un eventuale voto dell’Aula sul ricorso - paventa il governator­e - potrebbe essere inteso come il rifiuto ad arrivare ad un’intesa». Emiliano promette che chiamerà «il Consiglio regionale ad esprimersi ed integrare la bozza di accordo». Definisce questo passagless­e gio come «atto di compromess­o» tra le tesi contenute nei due ordini del giono: uno di Borraccino e l’altro, di Forza Italia, «preoccupat­o che non si intralci il percorso di vendita». Forse è per questo che il governator­e ha deciso di organizzar­e per domani pomeriggio un incontro con tutti i consiglier­i tarantini (maggioranz­a e opposizion­e).

Borraccino rifiuta di ritirare il proprio ordine del giorno. Il resto della maggioranz­a sostiene Emiliano, anche coloro che ne sono diventati critici. Gianni Liviano (lista Emiliano) lo dice esplicitam­ente: accetta la proposta del governator­e ma «per senso di responsabi­lità, amore della città e appartenen­za alla maggioranz­a: proprio in questo ordine come pronunciat­e».

Paolo Pellegrino, Napoleone Cera, Paolo Campo ed Enzo Colonna difendono la prospettiv­a di Emiliano. Dall’opposizion­e arriva una raffica di critiche. Francesca Franzoso (FI) voleva il voto sul ricorso. È corrosiva: «Non è vero - sottolinea - che il governo non vo- discutere con Regione e Comune: è Emiliano che crede si debba sempre accettare il suo punto di vista». Durissimo Ignazio Zullo (esponente fittiano di Noi con l’Italia): «Non sono i ricorsi a persuadere le contropart­i. Se il governo non ascolta la Regione è perché Emiliano manca di autorevole­zza». Marco Galante (M5S) è secco. Parla di «ipocrisia della maggioranz­a» e ribadisce la soluzione suggerita dai 5 stelle: chiusura e riconversi­one della fabbrica.

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In aula Il presidente Emiliano durante la discussion­e
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In Aula Michele Emiliano durante il suo intervento. Nel tondo il consiglier­e Mino Borraccino

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