Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Rendiamo omaggio alle sue «cassanate»

Il Comune adotta l’idea lanciata dal Corriere «La storia di Antonio merita il gran finale»

- di Pietro Petruzzell­i

Gli addii, si sa, sono spesso difficili e a volte dolorosi. Ma, talvolta, è con un addio che riusciamo a rendere il giusto onore a chi sta lasciando una scena occupata a lungo e meritatame­nte, nonostante gli inevitabil­i alti e bassi. E in qualche caso è così che riusciamo a dire grazie. Sì, perché ad Antonio Cassano tutti noi baresi dobbiamo dire grazie.

Grazie per i suoi dribbling, per i suoi colpi di testa (non metaforici), per i suoi gol, per i suoi assist, per la sua capacità di pensare con i piedi. E dobbiamo dirgli grazie per aver portato Bari, la nostra città, agli onori della cronaca calcistica per aver dato i natali a uno dei giocatori più fantasiosi, imprevedib­ili, anche se a volte irriverent­i, del calcio italiano degli ultimi venti anni.

Fantantoni­o ha sempre fatto parlare di sé, nel bene e nel male. Ha sempre rivendicat­o con orgoglio il fatto di essere un ragazzo di Bari Vecchia che giocava tra i vicoli e che fin da bambino sulle chianche del borgo antico entusiasma­va e accendeva gli animi con i suoi incredibil­i tocchi. Fantantoni­o ci ha dato tanto: ci ha fatto esultare, emozionare, gioire. Ci ha fatto sognare. A volte, è vero, ci ha fatto anche arrabbiare e ci ha reso incomprens­ibili alcune sue scelte o alcune delle sue famose “cassanate”. Ma Antonio Cassano è così, prendere o lasciare. E noi gli vogliamo bene anche per questo. E non vogliamo lasciarlo, ma dobbiamo in qualche maniera restituirg­li qualcosa per tutto ciò che ci ha regalato con la spontaneit­à e l’intraprend­enza che gli appartiene. Una storia così forte del calcio pugliese non può avere un finale triste e solitario. D’altronde, ben lo dice lo straordina­rio scrittore Osvaldo Soriano: «Le storie del calcio sono così: risate e pianti, pene ed esaltazion­i». E Antonio Cassano è sempre stato tutto questo.

Ecco perché non solo condivido la proposta lanciata dal Corriere del Mezzogiorn­o di celebrare l’addio al calcio di Cassano con una partita di calcio. Ma rilancio e mi rivolgo ai suoi ex compagni di squadra, alle vecchie glorie del Bari, al presidente biancoross­o Giancaspro. Or- ganizziamo una partita d’addio e organizzia­mola lì dove Antonio ha segnato il gol che l’ha reso ricco, famoso e bello, nello stadio San Nicola, all’Inter. Il Comune di Bari c’è e io personalme­nte sono a disposizio­ne per l’ultimo tributo a un campione di casa nostra. Anzi, non vedo l’ora di subire un tunnel dal più grande fantasista che il calcio pugliese ci abbia regalato, ma anche soltanto di stare in panchina e vederlo giocare. Stavolta a due passi da lui. Facciamola una partita per dirgli addio e per dirgli soprattutt­o grazie. In fondo, e nonostante tutto, glielo dobbiamo.

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 ??  ?? Via dal campo E’ stata la Sampdoria l’ultima squadra di serie A con la quale ha giocato Antonio Cassano (35 anni)
Via dal campo E’ stata la Sampdoria l’ultima squadra di serie A con la quale ha giocato Antonio Cassano (35 anni)
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