Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il caso dei mammografi mai usati
L’Asl di Lecce ne compra nove, li paga 2,7 milioni e li lascia imballati in deposito
Sono trascorsi sei mesi da quando la Asl di Lecce, con 2,7 milioni di euro, ha acquistato nove mammografi per accelerare la prevenzione dei tumori al seno nelle sue strutture sanitarie. Finora, però ne è stato installato solo uno a Casarano. Gli altri otto giacciono ancora imballati nei depositi della ditta fornitrice GE Medical System. Stranezze e lentezze di un sistema sanitario che dà prova di non saper procedere speditamente, malgrado la direzione generale dell’Asl salentina si sforzi di spiegare che «l’installazione richiede complessi lavori di adeguamento della struttura ospitante». Intanto a Taranto l’onorevole Vico fa scoppiare il caso delle cliniche private non adeguate alle emergenze.
Sono trascorsi sei mesi da quando la Asl di Lecce, con oltre due milioni e mezzo di euro, ha acquistato nove mammografi riuscendo a installarne soltanto uno. La procedura di gara, per un importo complessivo di 2.702.005, 98 euro, è stata completata la scorsa estate con l’affidamento di tre lotti. La ditta Technologic dovrà fornire due mammografi con mezzo di contrasto destinati alla Cittadella della salute e al Polo oncologico del «Fazzi» di Lecce, mentre la GE Medical System Italia deve consegnarne sette ai Presidi territoriali di assistenza di Maglie, Poggiardo, Campi Salentina, Nardò, Gagliano del Capo, Martano e all’ambulatorio di Radioterapia dell’ospedale di Casarano. Infine, ad aggiudicarsi la fornitura di due mammotome (sistemi computerizzati per la biopsia mammaria) per l’Oncologico e la Cittadella della salute di Lecce, è stata la Devicolor Medical Italy. Ebbene, il solo mammografo installato e collaudato, ad oggi, è quello dell’ospedale di Casarano. Tutti gli altri giacciono ancora imballati nei depositi.
Stranezze e lentezze di una sanità che non dà prova di saper procedere speditamente, portando a termine i suoi obiettivi finanziati con denaro pubblico. Neppure quando, come in questo caso, i progetti riguardano importanti protocolli di prevenzione in un territorio come quello salentino, dove, purtroppo, l’incidenza delle patologie oncologiche, fotografata dal Registro tumori, risulta in preoccupante aumento. I fondi utilizzati dalla Asl sono quelli del Programma operativo Puglia Fesr 2014 – 2020, citati nella delibera 1770 a firma del direttore generale Silvana Melli, con la quale, il 25 luglio scorso, venne perfezionata l’aggiudicazione. Ma sei mesi alla Asl non sono bastati per mettere a disposizione delle donne salentine tutti e nove gli strumenti. Peraltro, l’Azienda sanitaria ha iniziato a muoversi formalmente oltre un anno e mezzo fa per l’acquisizione delle apparecchiature: con la deliberazione 464 del 9 giugno 2016 si diede avvio al «Programma di acquisti» delle tecnologie per il Progetto donna – Percorso Rosa.
La Asl, interpellata, ammette: «Sui tempi di installazioRichiesta ne, conclusa positivamente e senza intoppi la fase di gara e di aggiudicazione della fornitura dei nove mammografi e dei due mammotome, vi è un oggettivo ritardo, pur tenendo in conto la mole di lavoro che è necessario fare e che in parte è stata portata a termine». L’installazione dei mammografi «non è una semplice consegna di strumentazioni, ma richiede lavori di adeguamento specifici in tutte le sedi individuate per alloggiare i macchinari», spiega ancora l’Azienda sanitaria. E aggiunge: «L’aggiudicazione identifica definitivamente il modello e la ditta produttrice e fornitrice, condizione indispensabile per valutare le opere necessarie all’installazione: spazi in metri quadrati, peso dell’apparecchiatura, distribuzione del peso, potenza elettrica assorbita». Oltretutto, «in questi casi si procede sempre ad una messa a nuovo dei locali di servizio all’apparecchiatura: sale di attesa, segreteria accettazione, servizi igienici».
È quanto si sottolinea dal ponte di comando della sanità salentina che chiama, però, in causa la propria Area tecnica «costantemente e ripetutamente sollecitata» affinché «concretizzasse i necessari e conseguenti interventi di installazione ed entrata in servizio dei macchinari». Agli stessi tecnici è stato richiesto anche «un cronoprogramma dettagliato della procedura di installazione». Procedura che dovrebbe concludersi nei prossimi mesi. Ma a questo punto il condizionale è d’obbligo.