Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Benvenuti a Bari, la città dell’amianto
Mentre l’ex fabbrica della morte viene bonificata, i consiglieri del IV Municipio con gli attivisti del M5S denunciano l’esistenza di molte discariche abusive in città
Vere e proprie distese di amianto, sparpagliate in quasi tutte le aree della città. Ecco l’allarme lanciato dal rapporto dei consiglieri del IV e dai 5 Stelle, che hanno presentato un’articolata mappa del pericolo.
Una mappa di geolocalizzazione dei siti su cui sono stati rinvenuti rifiuti contenenti fibre di amianto. Un lavoro cominciato nel 2016 e ancora in corso che, col passare del tempo, ha visto moltiplicarsi in maniera esponenziale gli indici di riferimento sulla cartina del capoluogo pugliese. Messa a punto dai consiglieri del IV Municipio e dagli attivisti del Movimento 5 Stelle, è oggi un vero e proprio riferimento anche per i carabinieri del Noe. «Siamo in costante contatto con il Noe e con la ripartizione Ambiente del Comune di Bari – spiega il capogruppo grillino a Palazzo di Città, Sabino Mangano – con cui a breve apriremo un tavolo tecnico di lavoro».
Localizzazione di discariche abusive quindi, versamenti di amianto, individuazione dei proprietari dei siti inquinati. Un lavoro lento e faticoso, fatto da molteplici sopralluoghi, ronde e verifiche di segnalazioni. L’ultimo episodio pochi giorni fa. Il consigliere Vito Saliano, tra le vie della Vela e Fanelli, nelle campagne ai confini del IV Municipio, ha rinvenuto in una discarica abusiva a cielo aperto non solo evidenti tracce di roghi ma anche pericolosissimi manufatti di cemento amianto abbandonati in diversi punti, tutti particolarmente deteriorati (e pertanto maggiormente nocivi per la salute). E’ immediatamente partito un esposto in Procura (l’ultimo di una lunga serie). Ma la zona tra Carbonara, Ceglie e Loseto, seppur tra le più colpite, non è che una parte del problema.
Come evidenziato dalla stessa mappa, le zone del capoluogo pugliese in cui si sviluppa questo fenomeno sono in forte aumento. Dai tetti e dalle coperture sospette nella ex Centrale del latte, in viale Orazio Flacco (tra i quartieri Picone e Poggiofranco), alle canne fumarie in amianto degradate in via Ascianghi (quartiere Stanic). Dai rifiuti depositati su un’area di due ettari di via Generale Bellomo (quartiere Picone) alle onduline di amianto presenti nei pressi del centro commerciale Santa Caterina. Fino ad ora i siti individuati sono ventiquattro. «E’ inconcepibile come la città di Bari, già ferita nell’animo dalla presenza di una fabbrica come la ex Fibronit, possa vivere ancora situazioni del genere». L’assessore comunale all’ambiente, Pietro Petruzzelli ricorda le quattrocento vittime dell’amianto e parla di lotta impari. «Abbandonano di tutto. Eseguiamo tantissimi interventi, abbiamo una ditta di rimozione dedicata. Eppure continuiamo a registrare questi fenomeni, nonostante le opere di sensibilizzazione portate avanti anche dalle amministrazioni precedenti e gli sforzi che stiamo facendo per bonificare la vecchia fabbrica della morte, trasformandola in un parco che simboleggi vita».