Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il Consiglio comunale sceglie Cavone (Pd) ma serve una stampella
Il Consiglio comunale di Bari ha eletto alla prima votazione il nuovo presidente dell’assemblea. È Michelangelo Cavone, 40 anni, del Pd. Subentra a Pasquale Di Rella che a dicembre scorso aveva lasciato il Partito democratico e una settimana fa si era dimesso dall’incarico accusando la maggioranza di «imbavagliare» le minoranze in Consiglio. L’opposizione non ha partecipato al voto accusando il centrosinistra di non avere condiviso la scelta del nome.
La maggioranza si presenta compatta in aula Dalfino. Il sindaco Antonio Decaro è schierato con tutta la giunta. Ma a ben guardare, i numeri non ci sono. Per portare a buon fine l’elezione del nuovo presidente del consiglio servono almeno ventiquattro voti e la maggioranza (primo cittadino compreso) può assicurarne al massimo ventitré. Occorre che qualcuno, dall’altra parte, faccia da stampella. Non passeranno neanche due ore dall’avvio dei lavori dell’assise che il mistero sarà svelato. Livio Sisto, che siede nei banchi dell’opposizione, si dichiara favorevole all’elezione del dem Michelangelo Cavone. I giochi sono fatti, salvo «tradimenti» dell’ultima ora (la votazione è segreta). Che, però, non arriveranno. L’ufficialità, poco dopo le 14.30: Cavone occuperà lo scranno più alto del consiglio comunale. Dal balconcino dedicato alla stampa il segretario regionale del Pd, Marco Lacarra (molto vicino al neo presidente) controlla lo svolgimento dei lavori. Tra il pubblico invece il leader di Realtà Italia, Giacomo Olivieri, che non nasconde la volontà di fare del dimissionario Pasquale Di Rella (approdato nel gruppo misto) il proprio candidato sindaco in vista delle elezioni del 2019. «Assumo con umiltà, spirito di servizio e rispetto istituzionale questo ruolo. Sarà mio dovere riportare in aula una sana dialettica tra maggioranza e minoranza. Rimetterò la mia delega ai Trasporti alla Città metropolitana nelle mani del sindaco perché questi due ruoli sono incompatibili». Le prime parole da presidente, per Michelangelo Cavone, sono tutt’altro che retoriche. Arrivano dopo cinque ore di consiglio, di correzioni su imprecisioni nel modo di «tenere l’aula», di denunciate violazioni del regolamento. E di ostruzionismo. Le opposizioni, che provano a far saltare la seduta perché cominciata con due minuti di ritardo rispetto all’orario previsto per la seconda convocazione, si dichiarano imbavagliate. «Non posso sentirmi dire, il giorno prima del consiglio e per telefono, questo è il nome, se vuoi ce lo voti». Giuseppe Carrieri parla di una scelta imposta dalla maggioranza, di un’elezione «senza condivisione e in spregio delle minime regole democratiche. Peraltro – aggiunge con una modalità di elezione contraria alle regole della segretezza del voto, visto che i vari gruppi consiliari hanno indicato il nominativo in maniera differente (qualcuno solo cognome, qualcun altro nome e cognome). Ragione per la quale ho espresso formale contestazione della votazione e richiesto parere formale del Segretario Generale sulla sua regolarità». Ma il vero protagonista della seduta rimane il consigliere Pasquale Di Rella, accusato dal collega di maggioranza Renato Laforgia di aver virato su «altre aspirazioni». Ipotesi contrastata dall’ex presidente che presenta sette emendamenti alla proposta di deliberazione (perché formalmente errata). E con la minoranza che promette guerra, ottanta punti all’ordine del giorno da smaltire entro la fine del mandato e prove muscolari da entrambe le parti politiche, si apre la strada verso le prossime elezioni.
Il voto Il Consiglio comunale di Bari ha eletto alla prima votazione il nuovo presidente dell’assemblea