Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Benvenuti a Forentum
L’Antica cantina che ne porta il nome, a Lavello, fa rivivere un mondo di sapori
Magari il centro storico di Lavello non è tra i più belli della Basilicata, ma al suo interno la piazza Plebiscito è un incanto: piccola, raccolta e dominata dalla mole austera del palazzo ducale. Ed è il regno della famiglia Di Noia, che qui vive e opera da decenni, a partire dal bar pizzeria fino all’attuale multiforme attività, che comprende un albergo diffuso in dimore d’epoca, un negozio per la vendita di prodotti tipici, e un ristorante pizzeria che è un punto di riferimento gastronomico ben oltre i confini regionali.
Stiamo parlando di Antica Cantina Forentum, che nel nome ricorda il borgo dauno su cui è stata costruita Lavello per ribadire l’attaccamento alle radici che anima il lavoro dell’instancabile Savino Di Noia (foto 1). È lui il protagonista, sebbene non assoluto, perché ai fornelli collabora con la mamma Maria Lucia e gli ospiti li accoglie in compagnia della gentile e sorridente fidanzata Aurora Basso; mentre il padre cura l’uliveto e l’orto di famiglia. Calda e familiare è l’atmosfera che regna nelle due salette ricavate in una grotta ipogea (foto 2), con il valore aggiunto del pane cotto nel forno a legna e dell’olio di produzione propria. Pane e olio che arrivano in tavola insieme a un rosato di aglianico servito come aperitivo a una temperatura un po’ troppo bassa, e poi si assiste al trionfo della tradizione con qualche estroso guizzo innovativo.
Si va dalla parmigiana di zucca su fonduta di pecorino, e dalla patata cotta nel forno a legna con peperoni cruschi; alle robuste cime di rape con salsiccia aromatizzata al finocchietto selvatico e cacioricotta. Discorso a parte merita un folcloristico piatto inventato da Savino e dedicato a un personaggio della fantasia popolare: «la maccaronara du munacidde» (foto 3). Il munacidde è una sorta di folletto, il cui caratteristico berretto rosso viene riprodotto dal peperone crusco che sovrasta gli ottimi spaghetti alla chitarra con crema di zucca, salsiccia e ricotta dura. In alternativa un autentico capolavoro: i ravioli fatti in casa ripieni di ricotta, zucchero e cannella conditi con il sugo di cottura della braciola. Si chiude con i «quaresimali», dolci secchi che vengono anche proposti per la prima colazione di chi soggiorna nell’albergo diffuso. Pizze napoletane certificate, etichette non solo regionali, e un conto di 30-35 euro per una gran bella esperienza.