Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Stadio, il Bari torna alla carica e sogna di fare il «San Nicola 2.0»
La società chiede un incontro al Comune Si va verso il restauro del vecchio impianto
La società di calcio del Bari Football club ha chiesto ufficialmente all’amministrazione comunale un incontro per discutere uno studio di fattibilità preliminare riguardante il progetto per un nuovo stadio.
La società biancorossa(in compagnia di B Futura e Credito Sportivo) ha fretta di mettere le mani sul «nuovo» stadio San Nicola. Un asset del calcio che lo stesso presidente Cosmo Antonio Giancaspro ha definito vitale per la prosecuzione dell’attività sportiva. «Non amo stare in una casa diroccata — ha detto qualche settimana fa l’imprenditore di Molfetta con interessi nel business del fotovoltaico — e non sono mai stato in fitto in vita mia». Il Bari, quindi, venerdì sera ha presentato al Comune l’istanza di audizione per discutere il progetto di fattibilità del «San Nicola 2.0» allegando la relativa documentazione. Faldoni (oltre 200 pagine) elaborati da B Futura che contengono una serie di opzioni per rilanciare uno stadio al limite tra gioiello architettonico e voragine economico-amministrativa.
Nel documento sono sviluppate le opzioni per rimodernare lo stadio. Archiviata quella che prevede l’abbattimento e il trasferimento dell’impianto in un’altra zona della città (l’amministrazione ha già detto che non è gradita) restano in campo quelle che si concentrano sull’esistente. Da un lato c’è la possibilità di ristrutturare e adeguare l’attuale «Astronave» rendendola compatibile con i criteri tecnico-funzionali Fifa, Uefa e Coni; dall’altra quella suggestiva di abbattere lo stadio per crearne uno nuovo. Quest’ultima, alla fine, sembrerebbe quella maggiormente gradita dai proponenti (è più economica), ma sicuramente è spinosa per la città e l’organo amministrativo. L’Astronave, con i suoi acciacchi (ha meno di trent’anni, ma come resa ne dimostra almeno il triplo), raffigura la Bari sportiva anche all’estero. E soprattutto l’abbattimento dovrebbe raccogliere il favore di Renzo Piano che ha ideato l’impianto e su cui ha posto il vincolo di paternità. Difficile pensare che l’architetto genovese possa dare il via libera alla demolizione per fare spazio a una più piccola «navicella spaziale».
Sul piatto si attendono oltre 100 milioni destinati a lievitare in caso di sola ristrutturazione. L’idea è far diminuire la capienza a 35-40 mila posti con l’eliminazione anche della pista d’atletica. Ma il vero business è quello che dovrebbe sorgere all’esterno: alberghi, centro sportivo e ristorazione per remunerare i capitali di Credito Sportivo (circa il 50%) e partner privati. Dal punto di vista procedurale il Comune analizzerà i fascicoli: l’intento è arrivare a una definizione dell’intervento per l’estate. Ma a quel punto la campagna elettorale sarà entrata nel vivo e ci saranno da valutare i risultati sportivi del Bari della seconda stagione targata Giancaspro.