Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Studenti a caccia del colpevole
Investigazioni scientifiche, il corso dell’istituto tecnologico dell’Erba di Castellana Impronte, Dna, luminol, come in Criminal minds. «Due nostri ragazzi nei Ris»
L’hanno chiamata «Chemic@lminds», un nome che si associa facilmente ad una popolare fiction americana di successo in cui un gruppo di investigatori sventa crimini efferati grazie a sofisticate tecniche di analisi chimica. Ed infatti è una vera e propria indagine scientifica, in perfetto stile Criminal minds, quella che gli studenti del triennio del corso di Chimica e Materiali dell’Istituto tecnico tecnologico «Luigi dell’Erba» di Castellana Grotte conducono nei laboratori scolastici, grazie all’introduzione, prima in forma sperimentale e da quest’anno come unità didattica, di una metodologia didattica innovativa. Un progetto nato lo scorso anno da un’idea della professoressa Annalisa Gentile, coadiuvata dalle professoresse Maddea Bianco e Angela Sibilia, che è valso all’Itt diretto dalla professoressa Teresa Turi il plauso dalla direzione generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia.
In seguito alla partecipazione alla Fiera Didacta di Firenze (dove le scuole presentano le nuove didattiche di insepolvere gnamento) il progetto è stato anche inserito, quale esempio da replicare, sulla piattaforma nazionale LsOsa Lab, che è messa a disposizione dalla Direzione generale per gli ordinamenti scolastici e per la valutazione del sistema nazionale di istruzione del Miur, per promuovere la didattica laboratoriale nelle scuole, fornendo ai docenti delle discipline scientifiche il supporto necessario per allestire attività sperimentali che stimolino i ragazzi ad appassionarsi allo studio di tali materie. Infine, ha vinto il terzo premio al festival dell’Innovazione e della Scienza di Settimo Torinese. Ecco in cosa consiste: «Gli alunni conducono una vera e propria indagine, usando i classici sistemi di analisi forense – spiega la professoressa Gentile, referente del progetto –, come la rilevazione di impronte digitali, liquidi biologici (ad esempio la saliva),
Analisi forense La professoressa Gentile: «Gli alunni conducono una vera e propria indagine»
da sparo, alcool, la ricerca del Dna, l’utilizzo del Luminol per la rilevazione delle tracce di sangue.
I risultati, rispetto al classico insegnamento frontale, sono di gran lunga migliori: stimolando un coinvolgimento emozionale degli alunni, attivando il loro pensiero critico e creativo, migliora il loro approccio alla materia e di conseguenza l’apprendimento».
L’unità didattica avrà la durata di due settimane. «Durante la prima settimana – continua Gentile - i ragazzi devono costruire la scena del crimine. Su imput dei docenti fanno ricerche su delitti collegati alla cronaca o alla storia e si ispirano ad essi. Poi iniziano il processo investigativo, ricercano gli indizi e fanno l’analisi forense in laboratorio. Al termine presentano un video in cui mostrano tutti i passaggi del processo investigativo».
Insomma, la chimica che piace ai giovani è quella che li trasforma in investigatori in camice bianco. Ma quanti di loro potranno davvero diventarlo?
«È presto per dirlo, nello specifico – dice la professoressa -. Ma posso dire che i nostri alunni riescono a trovare lavoro velocemente, in laboratori di analisi e centri di ricerca. Non tutti scelgono la chimica come materia di laurea, alcuni, ad esempio riescono in medicina. E abbiamo anche due ex alunni che sono entrati nei Ris di Roma e Parma che, tra l’altro, ci hanno aiutato nella realizzazione della metodologia, durante la fase sperimentale. L’Itt è considerato un fiore all’occhiello delle scuole italiane. Non a caso i nostri ragazzi partecipano tutti gli anni alle Olimpiadi internazionali della chimica, qualificandosi ogni anno nei primi tre posti».