Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Vitalizi, il taglietto di solidarietà
Nel 2017 nessuna decurtazione, ora il contributo sarà prelevato a tutti i consiglieri pensionati
Il contributo di solidarietà tornerà e sarà allargato a tutti i consiglieri regionali in pensione. Il denaro raccolto sarà destinato a finalità sociali sul territorio (e non andrà allo Stato). La questione è sorta nei giorni scorsi, quando è tornato alla ribalta il contributo di solidarietà sui vitalizi pagati agli ex consiglieri regionali.
Il contributo di solidarietà tornerà. Sarà allargato a tutti i consiglieri regionali in pensione, non solo applicato a quelli con l’assegno più alto. Inoltre, il denaro raccolto sarà destinato a finalità sociali sul territorio (e non andrà allo Stato). «Il Consiglio regionale della Puglia sottolinea il presidente dell’Assemblea Mario Loizzo - certamente non resterà inerte». Si attende solo l’indicazione che arriverà, il 22 gennaio, dalla conferenza dei presidenti, in programma a Udine.
La questione è sorta nei giorni scorsi, quando è tornato alla ribalta il contributo di solidarietà sui vitalizi pagati agli ex consiglieri regionali: una misura fissata dal governo Letta per il triennio 20142015-2016. Il Paese soffriva i rigori della crisi e il Parlamento approvò una legge per fissare un «contributo di solidarietà» a carico dei ricchi vitalizi degli ex consiglieri.
Scaduto il 31 dicembre 2016, solo due-tre Regioni hanno deciso di ripristinarlo anche per gli anni a seguire. «Ci avevamo pensato anche noi in Puglia - dice Loizzo ma nella conferenza dei presidenti ci chiesero di aspettare e non decidere in autonomia». Si attendeva di vedere cosa avrebbero deciso i vari tribunali del Lavoro cui si erano rivolti 242 ex consiglieri regionali di tutta Italia (nessun pugliese) per reclamare contro il taglio al vitalizio. Il 21 dicembre, il tribunale di Torino ha respinto il ricorso degli ex consiglieri piemontesi e giudicata legittima la norma del governo Letta, perché ispirata a criteri di «proporzionalità e ragionevolezza». È possibile ipotizzare che anche gli altri tribunali si esprimano nella stessa direzione.
La norma fissava un contributo del 6% sui trattamenti lordi annui tra 90 e 120 mila euro; del 12% tra 120 e 180 mila; del 18% sui vitalizi oltre i 180 mila. In Puglia non esistono assegni superiori ai 120 mila euro lordi annui: il vitalizio più alto (dipende dalle legislatura in carica) corrisponde a 9.800 euro lordi al mese. Moltiplicato per dodici mensilità fa una cifra di 117.600. Sicché è stata applicata la percentuale più bassa del contributo - il 6% - per i vitalizi di quella fascia. Esentati quelli inferiori ai 90 mila euro, perché esclusi dalla norma statale. Nella fascia sottoposta a contributo di solidarietà, sono finiti una quarantina di trattamenti su un totale di circa 200 vitalizi erogati dalla Regione. La spesa annuale per le “pensioni” degli ex consiglieri è di circa 15 milioni di euro.
In tre anni, per effetto del contributo di solidarietà, sono stati raccolti 340 mila euro. Destinati, secondo la legge statale, al fondo per gli esodati istituito al Mef (ministero economia e finanze).
A fine 2013, il Consiglio pugliese discusse a lungo se destinare
Scadenza e ricorsi Dopo la decisione del tribunale di Torino l’ente ha deciso di riapplicare la norma
il contributo di solidarietà a finalità legate al territorio pugliese (così chiedeva il pd Fabiano Amati). Si decise diversamente per non discostarsi dalla norma statale. «Per il futuro però - riflette Loizzo - potremmo decidere diversamente: non avendo più il vincolo dello Stato, potremmo decidere di destinare a finalità di welfare o di solidarietà la cifra da raccogliere: potrebbe essere un centro di ricerca per le malattie rare o iniziative analoghe».
Non basta. Il Consiglio regionale pugliese estenderà il contributo di solidarietà («secondo criteri di proporzionalità e buon senso» dice il presidente dell’assemblea) anche agli assegni più bassi. Ovvero anche a quelli che si trovano sotto la soglia dei 90 mila euro.