Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ruggeri assessore a due facce, il centrodestra insorge
Bordate da Forza Italia e fittiani: «L’Udc è confluito in Noi con l’Italia, lui sta ancora con Emiliano»
L’assessore «si dimetta». Il centrodestra si schiera compatto contro Salvatore Ruggeri (Udc) e gli chiede di lasciare la giunta regionale di Michele Emiliano, dove l’esponente centrista è entrato di recente a sostituire il defunto Totò Negro. La decisione dell’Udc di confluire nella formazione di Noi con l’Italia, alleata al centrodestra, ha esposto Ruggeri alla critica di trasformismo. Nei giorni scorsi, sul Corriere, era già intervenuto il coordinatore regionale dei fittiani (anche loro confluiti in Noi con l’Italia). Ieri bordate polemiche si sono levate anche da Forza Italia. «Non è accettabile - dice il capogruppo in regione Nino Marmo - che Ruggeri con tutto l’Udc sieda accanto ad Emiliano in giunta, mentre alle politiche correranno insieme a noi nel centrodestra. Un banalissimo senso di decoro suggerirebbe le immediate dimissioni dell’assessore». «La presenza di Ruggeri nella giunta - rincara la dose Ignazio Zullo, capogruppo fittiano - mette in imbarazzo tutta la politica, chiamata a dare esempi di coerenza. Non si può stare da una parte o dall’altra a seconda delle convenienze».
Sul punto si esprime anche il coordinatore di FI, Luigi Vitali, nel corso dell’iniziativa pubblica che sancisce il passaggio del consigliere regionale Gianni Stea (ex Ap) al partito berlusconiano. «La questione - avverte Vitali - potrà mettere in imbarazzo soprattutto Noi con l’Italia, perché nelle nostre fila ci sono solo berlusconiani doc. Tuttavia la questione si porrà nei collegi uninominali, dove la coalizione dovrà sostenere il medesimo candidato: qui dovremo stare ben attenti». «Il nostro sostegno al centrosinistra - ribatte il capogruppo udc Napoleone Cera - è arrivato da un accordo stretto nel 2015 con Emiliano. Su quell’intesa abbiamo chiesto la fiducia ai pugliesi che ci hanno premiato con centomila voti: un risultato costruito dal nostro impegno sul territorio, talvolta esercitato, come per il referendum sulle trivelle, contro i rappresentanti del governo della nostra area di riferimento». Come dire: decidiamo sulle questioni e non in base agli schieramenti.
Gli spostamenti tra partiti procurano grattacapi anche a Forza Italia. Il passaggio di Stea ai berlusconiani è stato mal digerito da Marmo. Il quale gli ha negato l’ingresso nel gruppo consiliare. È noto il motivo della sua contrarietà. Risale all’estate scorsa, quando Stea accompagnò il suo possibile passaggio a FI (accanto al senatore Massimo Cassano, suo riferimento politico) con l’impegno a consultarsi niente meno che con Emiliano. «Si tratta di un equivoco - dice Vitali - e comunque la decisione sarà presa dal capogruppo, come dispone il regolamento consiliare».