Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
La lezione di don Ciotti e l’impegno contro i clan
Oggi Don Luigi Ciotti sarà protagonista di un’iniziativa in cui si discuterà di impegno antimafia e di buona politica. Mi pare significativo che questo incontro si svolga a Valenzano: una comunità ancora scossa dal recente commissariamento del Comune per presunte infiltrazioni mafiose.
Don Ciotti viene a portare la propria testimonianza in un momento in cui la terra di Bari si trova ad assistere a nuovi spargimenti di sangue. Il sangue della povera vittima innocente di Bitonto. Il sangue del pregiudicato ammazzato nel quartiere barese di Carrassi. Una rapida e sconvolgente sequenza di episodi efferati, che rappresenta la spia preoccupante della riemersione di fenomeni devianti.
In questa fase, è fondamentale una discussione, come quella che si svolgerà questo pomeriggio, che permetta di interrogarsi sul ruolo della politica nel contrasto alle mafie. Il messaggio che tutti siamo chiamati a offrire è che la politica deve tenere le antenne drizzate per captare i segnali e per dare risposte congruenti. Nessuno di noi può permettersi di far finta di niente o di proporre letture banalizzanti, quando viene intaccato il tessuto connettivo di una comunità: quando, per esempio, una mongolfiera con un’intitolazione “pesante” viene sganciata nel corso di una festa patronale e rischia di mortificare la dignità dell’intera cittadinanza.
Certo, sono convinto che la politica, da sola, non possa fare tutto. Resta indispensabile la voglia di riscatto della società civile. Rimangono strategiche le buone pratiche di trasmissione di anticorpi sociali e culturali: e penso, innanzi tutto, a quei percorsi di lotta non repressiva alla criminalità, che rappresentano il lascito ideale di una figura come quella di Stefano Fumarulo. Ecco perché ringrazio Libera per la strenua azione condotta nei nostri territori, e per aver voluto organizzare l’iniziativa di oggi con Don Ciotti.
D’altro canto, sono fermamente persuaso che chi ricopre, o ambisce a ricoprire, funzioni istituzionali, sia a livello locale sia a livello nazionale, debba assumersi degli impegni precisi. Innanzi tutto, l’impegno a non cedere alla tentazione dell’acquisizione di facili consensi, assicurati dall’acquiescenza nei confronti di fattori deteriori.
Nella fase attuale, che vede avvicinarsi la scadenza delle politiche, faccio un appello trasversale, che prescinde dai posizionamenti elettorali: diciamo tutti, e diciamolo con limpida convinzione, che respingiamo quei voti che emanano l’olezzo della mafia. E poi, facciamo in modo da non lasciare soli i tanti cittadini perbene che si ritrovano sprofondati in contesti soffocanti e che per questo, ancora oggi, non maturano il coraggio necessario a opporsi in maniera esplicita ad abusi e malaffare.
Da parte mia, confermo che sono e sarò sempre disponibile a farmi da tramite di denunce e segnalazioni.
Per liberare il coraggio degli onesti. Per liberare le nostre comunità e i nostri territori da quella complice indifferenza e da quell’ipocrisia che sono le principali e più infide alleate della protervia dei potentati criminali.