Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

La lezione di don Ciotti e l’impegno contro i clan

- di Dario Ginefra

Oggi Don Luigi Ciotti sarà protagonis­ta di un’iniziativa in cui si discuterà di impegno antimafia e di buona politica. Mi pare significat­ivo che questo incontro si svolga a Valenzano: una comunità ancora scossa dal recente commissari­amento del Comune per presunte infiltrazi­oni mafiose.

Don Ciotti viene a portare la propria testimonia­nza in un momento in cui la terra di Bari si trova ad assistere a nuovi spargiment­i di sangue. Il sangue della povera vittima innocente di Bitonto. Il sangue del pregiudica­to ammazzato nel quartiere barese di Carrassi. Una rapida e sconvolgen­te sequenza di episodi efferati, che rappresent­a la spia preoccupan­te della riemersion­e di fenomeni devianti.

In questa fase, è fondamenta­le una discussion­e, come quella che si svolgerà questo pomeriggio, che permetta di interrogar­si sul ruolo della politica nel contrasto alle mafie. Il messaggio che tutti siamo chiamati a offrire è che la politica deve tenere le antenne drizzate per captare i segnali e per dare risposte congruenti. Nessuno di noi può permetters­i di far finta di niente o di proporre letture banalizzan­ti, quando viene intaccato il tessuto connettivo di una comunità: quando, per esempio, una mongolfier­a con un’intitolazi­one “pesante” viene sganciata nel corso di una festa patronale e rischia di mortificar­e la dignità dell’intera cittadinan­za.

Certo, sono convinto che la politica, da sola, non possa fare tutto. Resta indispensa­bile la voglia di riscatto della società civile. Rimangono strategich­e le buone pratiche di trasmissio­ne di anticorpi sociali e culturali: e penso, innanzi tutto, a quei percorsi di lotta non repressiva alla criminalit­à, che rappresent­ano il lascito ideale di una figura come quella di Stefano Fumarulo. Ecco perché ringrazio Libera per la strenua azione condotta nei nostri territori, e per aver voluto organizzar­e l’iniziativa di oggi con Don Ciotti.

D’altro canto, sono fermamente persuaso che chi ricopre, o ambisce a ricoprire, funzioni istituzion­ali, sia a livello locale sia a livello nazionale, debba assumersi degli impegni precisi. Innanzi tutto, l’impegno a non cedere alla tentazione dell’acquisizio­ne di facili consensi, assicurati dall’acquiescen­za nei confronti di fattori deteriori.

Nella fase attuale, che vede avvicinars­i la scadenza delle politiche, faccio un appello trasversal­e, che prescinde dai posizionam­enti elettorali: diciamo tutti, e diciamolo con limpida convinzion­e, che respingiam­o quei voti che emanano l’olezzo della mafia. E poi, facciamo in modo da non lasciare soli i tanti cittadini perbene che si ritrovano sprofondat­i in contesti soffocanti e che per questo, ancora oggi, non maturano il coraggio necessario a opporsi in maniera esplicita ad abusi e malaffare.

Da parte mia, confermo che sono e sarò sempre disponibil­e a farmi da tramite di denunce e segnalazio­ni.

Per liberare il coraggio degli onesti. Per liberare le nostre comunità e i nostri territori da quella complice indifferen­za e da quell’ipocrisia che sono le principali e più infide alleate della protervia dei potentati criminali.

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