Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Sequestro di droga e undici arresti, mafia sotto assedio
E la Cassazione respinge i ricorsi relativi alla sentenza d’appello
Undici esponenti della malavita barese e bitontina tornano definitivamente in carcere. Il provvedimento è stato eseguito dai poliziotti della squadra dopo la sentenza di Cassazione che si è pronunciata su un ricorso fatto dopo la sentenza della Corte di Appello. Contestata l’associazione per delinquere. La guardia di finanza ha invece sequestrato oltre 8 quintali di droga e scoperto a Bisceglie un deposito di stoccaggio di stupefacenti. Tre persone sono state arrestate: si tratta di due albanesi e un pregiudicato del quartiere Libertà di Bari.
Condanne definitive per 11 pregiudicati arrestati ieri tra Bitonto e Bari dai poliziotti della squadra mobile. È stato eseguito un provvedimento di carcerazione emesso dalla Procura generale di Bari: la Corte di Cassazione si è infatti pronunciata sul ricorso che era stato presentato dopo la sentenza di condanna della corte di Appello. Tornano definitivamente in carcere Vincenzo Caputo, 30 anni, che dovrà scontare 4 anni, 7 mesi e 11 giorni di reclusione, Donato Raggi, 33 (5 anni, 9 mesi e 11 giorni), Massimiliano Marini, di 28 (7 anni, 6 mesi e 3 giorni), Giovanni Ballabene (8 anni, 5 mesi e 15 giorni), Domenico Mininni, di 47 (2 anni, 6 mesi e 27 giorni), Attilio Santoro, di 32 (2 anni, 11 mesi e 6 giorni), Saverio Sebastiano, di 60 (5 anni, 2 mesi e 27 giorni), Francesco Valentino, di 48 (7 anni, 3 mesi e 29 giorni), Angelo Ottomano, di 49 (5 anni e 10 mesi), Francesco Lovreglio, 38 (4 anni, 8 mesi e 9 giorni) e Salvatore Barbato, 33 anni (5 anni e 2 mesi). I reati contestati sono associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio e detenzione illegale di armi e infine estorsione. È un provvedimento che segna l’epilogo dell’inchiesta «Big Bang» che nel 2013 portò all’arresto di 27 persone su richiesta della direzione distrettuale antimafia di Bari. Le indagini (concluse grazie anche alle rivelazioni dei collaboratori di giustizia) avevano accertato la «vicinanza» delle persone arrestate al clan Strisciuglio che nei quartieri Libertà, San Paolo e San Pio a Bari e poi ancora Noicattaro e Bitonto gestivano le estorsioni ai commercianti e il fiorente traffico di sostanze stupefacenti.
Ed è proprio il business delle droghe la maggiore fonte di guadagno illegale dei clan mafiosi di Bari e della provincia. In questo contesto è maturata a Bitonto l’intenzione di uccidere Giuseppe Casadibari, pregiudicato di Bitonto. A farne le spese è stata però una donna di 84 anni, Anna Rosa Tarantino, colpita a morte da una pallottola destinata a Casadibari che nell’agguato avvenuto nel centro storico di Bitonto, è rimasto ferito. Dopo essere stato dimesso dall’ospedale il giovane ha deciso di collaborare con la magistratura. Gli investigatori stanno valutando le dichiarazioni del neo pentito che dovranno essere suffragate da altre prove, oltre che dalle sue dichiarazioni. Tuttavia i sicari dell’anziana potrebbero avere le ore contate. Ad entrare in azione quella mattina a Bitonto sarebbero stati in tre, in sella a due motociclette. A sparare sarebbe stato solo uno di loro.