Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Cariello escluso dai 5 Stelle «La condanna? È estinta»
Cariello, deputato barese dei 5 Stelle, non viene ricandidato e accusa «La mia condanna era estinta. Di Maio mi ha cacciato senza motivo»
Francesco Cariello, deputato dei 5 Stelle, è stato escluso dalle parlamentarie del Movimento 5 Stelle in vista delle prossime elezioni. «Fuori per una condanna di 80 giorni già estinta». E accusa Di Maio.
«È difficile spiegare agli attivisti che sono stato escluso dalle parlamentarie per una condanna di due mesi e venti giorni già estinta e non inclusa nel casellario giudiziario. Il tutto nell’esercizio della mia attività di parlamentare. Perché avrei rivelato notizie, già note a tutti, sull’olio d’oliva nell’ambito dei lavori di una commissione di inchiesta. Luigi Di Maio e gli staff sapevano tutto già da ottobre scorso e mi hanno escluso senza un minimo di giustificazione». Francesco Cariello, deputato del Movimento 5 Stelle di Bitonto (patria dell’olio d’oliva), è uno dei politici grillini che più di tutti ha partecipato attivamente alla vita parlamentare. Ben oltre 80% di presenze (tra i primi dieci pugliesi per produttività) e importati battaglie vinte come l’8 per mille all’edilizia scolastica e il blocco dei mutui per le famiglie in difficoltà. Una «resa» che evidentemente non poteva costituire di per sé un passaporto per la ricandidatura. E forse le attitudini politiche dell’ingegnere (dipendente di una multinazionale) «avrebbero potuto
costituire una minaccia».
Onorevole Cariello, è stato punito da Di Maio perché ha nascosto i suoi precedenti?
«Sono stati avvisati sin da ottobre 2017 con una comunicazione ufficiale. La mia vicenda è nota ai probiviri, ai garanti e allo stesso Di Maio accompagnato dal suo folto staff». Ha avuto risposte?
«Ho inviato un quesito prima dell’autocandidatura per sapere se il provvedimento in esame poteva essere considerato un motivo ostativo». Cosa le hanno risposto?
«Mi hanno allegato il nuovo regolamento con una frase: valuta tu». Poi?
«Il mio avvocato è stato chiaro: nessun elemento giustifica l’esclusione. Ma il candidato Cariello non è stato inserito nella lista. Sa com’è finita?». Dica pure.
«Escluso in tronco. In Puglia la situazione è critica. Ho provato a contattare Di Maio, ma senza risultato. Credo a questo punto che l’ordine sia arrivato proprio dall’alto. I motivi? In verità non c’è mai stato un grosso feeling con questo sistema di gestire le cose. All’inizio della legislatura
si discuteva di più fra di noi, poi la gestione Di Maio ha occupato più spazi. D’altronde ha tutto quello che serve per imporsi». In che senso?
«È il vice presidente della Camera con un segretario, due assistenti pagati dalla Camera e un consulente politico. Quattro persone che lavorano per lui». Sta pensando di impugnare l’esclusione?
«L’eventualità di ricorrere in sede giudiziaria non mi entusiasma. E poi non avrei le risorse economiche per pagare gli avvocati. Se altri attivisti dovessero proporre iniziative le valuterei. Ma non è questo il tema che mi sta più a cuore». È deluso per l’epilogo della vicenda?
«Mi hanno escluso e al momento non mi sento più un componente di un movimento che non sa più ascoltare. Le faccio un esempio: in commissione bilancio potevamo ottenere di più nell’interesse di chi ci ha votato. Ma spesso si andava lì con posizioni di conflitto inutili». Cosa farà ora?
«Torno al mio lavoro che mi piace. Ho avuto la possibilità di portare avanti le istanze del territorio». Basta con la politica?
«Non so. La gente si sente abbandonata e ci sono spazi da occupare. Ma ora sono convinto che per far politica c’è bisogno di una struttura che faccia le cose sul serio».