Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Don Ciotti incontra Emiliano «Insieme contro la mafia»
E la Regione potrebbe istituire un centro studi sulla criminalità
Una struttura per studiare la mafia e la criminalità. È un progetto scientifico che la Regione sta valutando con l’intenzione di istituire una struttura di studio. Lo ha annunciato il presidente della giunta regionale all’audizione del presidente di «Libera», don Luigi Ciotti, nella commissione consiliare di studio sulla criminalità organizzata in Puglia. «Non sappiamo ancora l’esatta natura giuridica - ha spiegato Emiliano potrebbe essere una fondazione, ma è necessario continuare in modo collettivo il lavoro iniziato da Stefano Fumarulo», il dirigente morto a soli 38 anni ad aprile scorso. «Siamo aperti a suggerimenti. Vogliamo mettere assieme studiosi e società civile - ha aggiunto il presidente - l’aver ascoltato don Ciotti mi fa venire voglia di andare fuori e cominciare a lavorare. Certo l’aspetto repressivo è centrale, ma l’unità di intenti è vera energia della Puglia, una regione reattiva, sensibile e disciplinata. La lotta non è terminata e ci sono ancora luoghi dove fare impresa è molto pericoloso, a fronte di una lentezza delle istituzioni che tendono a volte a minimizzare. Vanno tutti sollecitati e in Puglia ha concluso - questa consapevolezza migliora di giorno in giorno. C’è bisogno di costanza, di sollecitazioni come quelle di Libera e don Ciotti».
«L’Italia è un Paese che si preoccupa dei giovani, ma non se ne occupa a sufficienza. Lo dico come atto di amore e nel ricordare le parole del vescovo pugliese don Tonino Bello, sulla necessità di alzare la voce quando in molti scelgono un prudente silenzio, dico alziamola insieme per chiedere ciò che è giusto». Lo ha detto don Ciotti durante il suo intervento nella commissione consiliare. Don Ciotti è stato ascoltato insieme ai referenti nazionali e regionali dell’associazione «Familiari vittime di mafia» sul testo di legge unico della Regione in materia di legalità e antimafia sociale. «Tocca a tutti noi essere più presenti e vicini ai ragazzi. La scuola italiana nonostante i miglioramenti perde ancora per strada migliaia e migliaia di ragazzi - ha detto ancora dobbiamo evitare che la legalità diventi idolo e bandiera perché in questi anni, in cui sono cresciuti illegalità e corruzione, molti hanno scelto la legalità malleabile e sostenibile, quella del se mi conviene rispetto le regole altrimenti no. Per questo dico che nel contrasto alle mafie c’è bisogno di politiche serie. Siamo chiamati tutti a fare la nostra parte, politica inclusa, che deve essere etica».