Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Il piano della suocera per far fuori il genero
Tre arresti, le indagini dopo un incidente stradale dell’ottobre 2016
Avrebbe architettato la morte del genero 24enne facendolo investire da un’auto per ottenere il risarcimento dall’assicurazione. Così almeno sostengono gli inquirenti. Arrestata a Bari la suocera della vittima, il fratellastro di quest’ultima e un pregiudicato.
L’uomo morì in ospedale dopo cinque giorni di agonia
Un omicidio architettato con cura per eliminare il genero 24enne facendolo investire da un’auto. Così da ottenere il risarcimento dall’assicurazione. È la conclusione investigativa dei carabinieri di Bari che con l’accusa di omicidio volontario hanno arrestato Anna Masciopinto, suocera della vittima e Vito D’Addabbo, fratellastro di lei che guidava l’auto che ha ucciso Girolamo Perrone. In manette è finito anche il pregiudicato Rocco Michele Caringella.
Le indagini sono iniziate dopo l’incidente stradale avvenuto il 5 ottobre 2016 sulla strada provinciale AdelfiaCassano Murge. Sul posto i carabinieri trovarono una Fiat Punto che aveva il parabrezza sfondato e numerose ammaccature sulla parte anteriore. Il conducente della macchina, Vito D’Addabbo era lì «in evidente stato di concitazione» fu accertato dai militari che erano sul posto per i rilievi. L’uomo riferì di aver investito un pedone che era sbucato all’improvviso e aveva attraversato la strada. In un vigneto che costeggiava la strada, sul lato destro della carreggiata oltre una rete metallica, c’era Perrone agonizzante. Fu trasportato all’ospedale Di Venere di Bari dove fu ricoverato in prognosi riservata. Era però in condizioni disperate e il 10 ottobre, cinque giorni dopo l’incidente, morì. La dinamica dell’incidente e il comportamento di D’Addabbo sin da subito non aveva convinto gli investigatori. Durante gli accertamenti, supportati anche da intercettazioni ambientali e telefoniche e dalle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, è emersa un’altra verità: la morte del 24enne era stata frutto di un piano ben congegnato. «Le risultanze investigative - spiega la procura in una nota - evidenziavano che la presenza del D’Addabbo e del Perrone sul luogo del sinistro - strada di aperta campagna ubicata in un comune diverso da quello di residenza - non era casuale ma rispondeva ad un programmato disegno criminoso».
È stato accertato inoltre che Caringella era già stato autore di «analoghe» truffe alle assicurazioni e avrebbe organizzato l’investimento di Girolamo Perrone «al fine di lucrare il relativo indennizzo assicurativo. Insieme alla suocera della vittima avrebbe dunque pianificato l’incidente stradale coinvolgendo anche il fratellastro della donna («responsabile del sinistro») conducente dell’auto che ha travolto il 24enne La vicenda «si inserisce in un contesto di difficoltà economica e di assoluto degrado» scrive la Procura.