Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Altra inchiesta su Tap Verifiche sui carotaggi e sulle autorizzazioni
La procura apre un fascicolo perché alcune analisi del sottosuolo sarebbero state fatte con modalità non previste dalle autorizzazioni
C’è una nuova inchiesta, la seconda, su Tap, la multinazionale che porterà il gas dall’Azerbaijan all’Italia con approdo nella marina di Melendugno, nel Leccese. La pm Paola Guglielmi ha deciso di dare seguito ad alcuni esposti presentati subito dopo l’estate che riguardano i carotaggi eseguiti in località San Foca e le autorizzazioni. La prima riguarda invece l’assoggettamento del terminale di ricezione alla direttiva Seveso.
La Procura di Lecce apre un nuovo fascicolo su Tap, la multinazionale che porterà il gas dall’Azerbaijan all’Italia con approdo nella marina di Melendugno, nel Leccese. La pm Paola Guglielmi ha deciso di dare seguito ad alcuni esposti presentati subito dopo l’estate che riguardano i carotaggi eseguiti in località San Foca.
Secondo quanto denunciato negli esposti, i sondaggi in mare sarebbero stati eseguiti in tempi e con modalità non previsti dalle autorizzazioni rilasciate dal ministero dello Sviluppo economico. I piezometri (piccoli pozzi di osservazione che servono a misurare il carico idraulico di una falda a una certa profondità) utilizzati, inoltre, non sarebbero stati regolamentari. La questione fu sollevata da gas. Si tratta ora di verificare se le attività della multinazionale si siano affettivamente svolte nella piena osservanza del progetto e delle autorizzazioni già ottenute.
Va avanti, intanto, la prima inchiesta, quella in un primo tempo archiviata dal gip e poi riaperta su richiesta della Procura. La coordinano il procuratore capo Leonardo Leone de Castris e la pm Valeria Farina Valaori. L’ipotesi di reato è di truffa e si riferisce al mancato assoggettamento del terminale di ricezione di Masseria del Capitano alla direttiva Seveso. La procura, che ha ottenuto la riapertura del fascicolo in seguito alla richiesta avanzata da otto sindaci salentini, dovrà verificare se il terminale di ricezione di Tap debba essere considerato un tutt’uno con la parte che realizzerà Snam. Se così fosse, i due impianti insieme potrebbero superare la quantità di gas gestito oltre al quale è necessario l’assoggettamento alla legge Seveso. A stabilirlo saranno i consulenti e i periti nominati dalla Procura e dalla multinazionale e il risultato è particolarmente importante perché potrebbe portare a un blocco dei lavori e alla richiesta di nuove autorizzazioni. La verifica avverrà nell’ambito di un incidente probatorio al quale Tap prenderà parte con propri consulenti e periti di fiducia. Nel primo filone dell’indagine risultano iscritti nel registro degli indagati il country manager di Tap Italia, Michele Mario Elia, la rappresentante legale, Claudia Risso, e il direttore generale delle Infrastrutture energetiche del ministero dello Sviluppo economico, Gilberto Dialuce.
Prosegue, intanto, l’attività del Movimento No Tap, che non ha mai abbandonato il presidio nelle campagne di San Basilio, proprio di fronte al cantiere della multinazionale. Attivo ormai da quasi un anno, raduna gli attivisti che controllano l’attività del cantiere e denunciano quelle che ritengono essere violazioni delle autorizzazioni. In diverse occasioni, le proteste sono sfociate in scontri con le forze dell’ordine e in qualche caso in atti di vandalismo ai danni del cantiere Tap.
Esposti contro la multinazionale che porterà il gas dall’Azerbaijan a Melendugno
quanti si oppongono alla realizzazione del gasdotto già dopo l’estate e i vertici di Tap risposero che tutto si era svolto secondo le regole. A fronte degli esposti presentati, però, la Procura leccese ha deciso di approfondire la questione e ha delegato ai carabinieri del Noe, il Nucleo operativo ecologico dell’Arma, di eseguire alcuni sopralluoghi nell’area a Nord del cantiere e nella pineta di San Basilio, dove c’è un primo cantiere Tap. In quella zona c’è stato l’espianto di 211 ulivi, che sono stati temporaneamente sistemati in una nursery a Masseria del Capitano per poi essere rimpiantati a lavori conclusi. Altri 1.800 ulivi saranno trattati allo stesso modo man mano che andranno avanti i lavori di scavo del tunnel lungo il quale correrà il tubo del