Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
L’analisi di Terracenere «Al Bari serve un leader»
L’ex Angelo Terracenere fa il punto sul campionato dei biancorossi: «Ci vuole più cattiveria»
Il Bari di Grosso? Vive di bollicine e calcio spettacolo, ma ogni tanto deve predisporsi alla vita da mediano. Almeno questo è il parere di un mediano per eccellenza, Angelo Terracenere. Uno dei giocatori simbolo della storia biancorossa, nella top ten degli uomini con più presenze, protagonista in una fase della storia calcistica barese che nel capoluogo pugliese ricordano ancora con i lucciconi. Angelo Terracenere, in cosa deve crescere questo Bari?
«L’ho sempre detto. A questa squadra manca la cattiveria calcistica. Corsa, tenacia, doti che in B fanno vincere. Sono poche le squadre che si impongono giocando bene. Il Bari deve dettar legge in casa e fuori. Deve primeggiare, non può andare a Cesena e a stento prendere un punto, pur avendo giocato meglio. Non può perdere così tanto, come è successo nel girone d’andata». Cosa aggiungerebbe in altre parole a questa squadra?
«Manca un leader morale in mezzo al campo, che si faccia sentire quando serve. Uno che abbia qualità e attributi. Essere bravi è una cosa, la personalità è un’altra». Dal punto di vista tattico invece?
«Ho la sensazione che il Bari manchi ancora di una vera e propria identità. L’allenatore cambia spesso, credo invece che debba usare con continuità lo stesso undici o almeno la gran parte di esso. Un esempio? Gattuso. Non credo sia un fenomeno, ma è andato al Milan, fa giocare sempre quelli e sta ottenendo risultati». Le piace Marrone in difesa?
«Quando giochi a tre, uno dei centrali deve saper impostare. Grosso, quando usa quel modulo, vuole uno che sappia giocare la palla, ma questo lo paghi in fase di non possesso. Se giochi a quattro, invece, è ancora più difficile».
Anderson è stato schierato mezzala. È un esperimento che l’ha convinta?
«Vedendo il passo che ha, sembra avere le caratteristiche e le qualità del centrocampista. Sabato non ha giocato bene ma ci si può lavorare. Il problema è che a questo punto della stagione non si possono fare sempre prove».
Davanti le piace più un centravanti alla Kozak oppure uno come Cissé o Floro Flores?
«Dipende dal tipo di calcio che hai in mente. Nel 4-3-3 orientato al bel gioco, ci vuole più una punta di movimento. Il centravanti è troppo importante in una squadra: se gioca bene lui, giocano bene gli altri. Credo piuttosto che il Bari abbia un problema sugli esterni». Cioè?
«Spesso giocano troppo larghi. Dovrebbero stare più tra le linee, soprattutto se non hanno le caratteristiche per andare negli spazi. Galano ogni tanto lo fa, potrebbe farlo di più». Le piace Grosso?
«Grosso è un buon allenatore, ma ora al Bari serve la serie A, non solo il gioco. La squadra si specchia un po’ troppo, a volte occorre essere più sporchi. Il Bari in B è come la Juventus, il Milan o l’Inter nella massima serie».