Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

L’analisi di Terracener­e «Al Bari serve un leader»

L’ex Angelo Terracener­e fa il punto sul campionato dei biancoross­i: «Ci vuole più cattiveria»

- di Pasquale Caputi

Il Bari di Grosso? Vive di bollicine e calcio spettacolo, ma ogni tanto deve predispors­i alla vita da mediano. Almeno questo è il parere di un mediano per eccellenza, Angelo Terracener­e. Uno dei giocatori simbolo della storia biancoross­a, nella top ten degli uomini con più presenze, protagonis­ta in una fase della storia calcistica barese che nel capoluogo pugliese ricordano ancora con i lucciconi. Angelo Terracener­e, in cosa deve crescere questo Bari?

«L’ho sempre detto. A questa squadra manca la cattiveria calcistica. Corsa, tenacia, doti che in B fanno vincere. Sono poche le squadre che si impongono giocando bene. Il Bari deve dettar legge in casa e fuori. Deve primeggiar­e, non può andare a Cesena e a stento prendere un punto, pur avendo giocato meglio. Non può perdere così tanto, come è successo nel girone d’andata». Cosa aggiungere­bbe in altre parole a questa squadra?

«Manca un leader morale in mezzo al campo, che si faccia sentire quando serve. Uno che abbia qualità e attributi. Essere bravi è una cosa, la personalit­à è un’altra». Dal punto di vista tattico invece?

«Ho la sensazione che il Bari manchi ancora di una vera e propria identità. L’allenatore cambia spesso, credo invece che debba usare con continuità lo stesso undici o almeno la gran parte di esso. Un esempio? Gattuso. Non credo sia un fenomeno, ma è andato al Milan, fa giocare sempre quelli e sta ottenendo risultati». Le piace Marrone in difesa?

«Quando giochi a tre, uno dei centrali deve saper impostare. Grosso, quando usa quel modulo, vuole uno che sappia giocare la palla, ma questo lo paghi in fase di non possesso. Se giochi a quattro, invece, è ancora più difficile».

Anderson è stato schierato mezzala. È un esperiment­o che l’ha convinta?

«Vedendo il passo che ha, sembra avere le caratteris­tiche e le qualità del centrocamp­ista. Sabato non ha giocato bene ma ci si può lavorare. Il problema è che a questo punto della stagione non si possono fare sempre prove».

Davanti le piace più un centravant­i alla Kozak oppure uno come Cissé o Floro Flores?

«Dipende dal tipo di calcio che hai in mente. Nel 4-3-3 orientato al bel gioco, ci vuole più una punta di movimento. Il centravant­i è troppo importante in una squadra: se gioca bene lui, giocano bene gli altri. Credo piuttosto che il Bari abbia un problema sugli esterni». Cioè?

«Spesso giocano troppo larghi. Dovrebbero stare più tra le linee, soprattutt­o se non hanno le caratteris­tiche per andare negli spazi. Galano ogni tanto lo fa, potrebbe farlo di più». Le piace Grosso?

«Grosso è un buon allenatore, ma ora al Bari serve la serie A, non solo il gioco. La squadra si specchia un po’ troppo, a volte occorre essere più sporchi. Il Bari in B è come la Juventus, il Milan o l’Inter nella massima serie».

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 ??  ?? Il personaggi­o Terracener­e (in alto) è nato a Molfetta nel 1963. Ha giocato nel Bari 257 partite tra serie A e serie B dal 1981 all’83 e poi dal 1985 al ’93. Di Galano (sotto a sinistra) dice: «dovrebbe stare più tra le linee», e di Grosso (a destra):...
Il personaggi­o Terracener­e (in alto) è nato a Molfetta nel 1963. Ha giocato nel Bari 257 partite tra serie A e serie B dal 1981 all’83 e poi dal 1985 al ’93. Di Galano (sotto a sinistra) dice: «dovrebbe stare più tra le linee», e di Grosso (a destra):...

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