Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Ancora scuola vietata per bimbi del Tamburi
Bambini del rione Tamburi BARI di Taranto di nuovo a casa ieri mattina. Per l’undicesima volta dall’inizio dell’anno scolastico è scattata l’ordinanza sindacale legata ai Wind days, i giorni in cui il vento da Nord-ovest trasporta le polveri dei parchi minerari dell’Ilva sul rione Tamburi, sul Borgo e sulla città vecchia.
Il provvedimento è stato adottato a tutela della salute dei bimbi e degli insegnanti e viene applicato nei giorni segnalati da Arpa Puglia. La scorsa settimana si è pensato di abolirlo dopo i buoni dati diffusi da Arpa e Asl sulla qualità dell’aria misurata all’interno delle scuole del rione che sorge a ridosso del colosso siderurgico. Il consigliere comunale ambientalista Vincenzo Fornaro, però, pone l’accento su un altro aspetto. «È evidente — dice — che la sola chiusura delle scuole dei Tamburi non è sufficiente a tutelare i bambini e le famiglie. Urgono soluzioni radicali e durature. Una questione poco seguita finora è quella che riguarda gli adulti impegnati nelle pulizie delle case, degli uffici, delle strutture pubbliche, delle scuole e delle strade, nel quartiere Tamburi e nei quartieri più colpiti. In che modo sono informati e tutelati gli operatori delle pulizie? Le loro mani e i loro vestiti entrano necessariamente in contatto con polveri contaminate. Le ditte incaricate e l’Amiu forniscono i lavoratori di guanti di nitrile che possano proteggerli dalle sostanze contaminanti? Distribuiscono le mascherine efficaci contro le polveri caratteristiche e gli inquinanti di Taranto? Mi rivolgo dunque al Dipartimento prevenzione della Asl perché faccia le opportune verifiche». Altra richiesta, ma questa volta al sindaco Rinaldo Melucci, arriva da Alessandro Marescotti, Fulvia Gravame e Luciano Manna di Peacelink.
Peacelink Chi gestisce l’Ilva risarcisca la città per ogni giorno di Wind day
Al primo cittadino chiedono che si faccia «soggetto promotore del principio “chi inquina paga” in modo che chi gestisce l’Ilva risarcisca l’intera città per ogni giorno di Wind day, quantificando tutti i danni diretti e indiretti provocati dalla paralisi delle attività cittadine. Il sindaco deve affidare a enti super partes una quantificazione dei danni, da quelli sanitari (+25% di ricoveri dei bambini nei quartieri a rischio) a quelli economici e sociali provocati dall’inquinamento». Secondo Peacelink, se venisse «compiuta tale quantificazione ArcelorMittal non acquisterebbe più l’Ilva e lo stabilimento chiuderebbe per sempre».