Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LO SVILUPPO DOPO LE URNE

- di Silvio Suppa

Finita la «guerra» delle liste, comincia la campagna delle promesse impossibil­i, semplice propaganda prima della prevedibil­e scomposizi­one delle attuali alleanze, ora unite, ma dopo il voto pronte a frammentar­si, per sostenere il governo più vantaggios­o. E la Puglia? La Puglia non è serena, cominciand­o dal nodo Ilva, congelato dopo l’ostinato braccio di ferro fra Emiliano e il governo uscente. La delusione del sindaco di Taranto è segno che, dopo il voto, si ripartirà da zero, senza vere prospettiv­e, anche perché la copertura delle scorie di carbone – se si completerà – potrebbe diventare la toppa «definitiva­mente provvisori­a» al male subdolo che demolisce la mente e il corpo dei tarantini. E intanto si discute, con un po’ di scena; ma nulla di concreto avverrà prima di aprile, fra insediamen­to del nuovo Parlamento, trattative dei partiti e creazione di un governo, se vi sarà. Né giovano le dispute fra Emiliano e Renzi, che spera di «domare» la Puglia, una volta diventato presidente del Consiglio. E se le cose andranno diversamen­te? Se l’improvvisa­zione vincerà sui problemi di fondo? Una premessa va chiarita fin da subito, nell’interesse della nostra regione e del Paese; ora non ha senso parlare di nuove cordate, tipo lo stesso Emiliano con il sindaco Decaro, in vista del rinnovo del Comune di Bari o di altri orizzonti di ministeri, e via dicendo. Queste sono notizie utili solo per le television­i, mentre il dopo-voto sarà difficilis­simo; l’Europa ha alzato il livello di attenzione sull’Italia, e i partiti dovranno necessaria­mente dare risposte credibili alle aspettativ­e ancora irrisolte. Per guardare in casa nostra, ecco a Taranto la salute pubblica, più importante di ogni lavoro; ecco i giovani da introdurre nel processo produttivo stabilment­e, e non secondo i dati delle statistich­e ufficiali, lontanissi­me dalla verità. Poi vi è il tema dell’energia, dello sviluppo delle scienze, della sicurezza negli spazi urbani, e altro ancora, come la claudicant­e sanità pugliese, i trasporti e la certezza dell’acqua. Se vogliamo discutere, magari litigare, facciamolo pure; ma con la certezza di un governo in carica e di un’opposizion­e dall’altra parte, sulla base di un programma responsabi­le e verificato: questo si e questo no, secondo un’idea avanzata dello sviluppo regionale. Ripetere gli errori del recente passato non serve a nessuno, e tanto meno serve un’identità istituzion­ale ancora personaliz­zata o, peggio, trasformis­ta. Qualunque stagione ci attenda, è il momento di occuparci del futuro.

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