Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
LO SVILUPPO DOPO LE URNE
Finita la «guerra» delle liste, comincia la campagna delle promesse impossibili, semplice propaganda prima della prevedibile scomposizione delle attuali alleanze, ora unite, ma dopo il voto pronte a frammentarsi, per sostenere il governo più vantaggioso. E la Puglia? La Puglia non è serena, cominciando dal nodo Ilva, congelato dopo l’ostinato braccio di ferro fra Emiliano e il governo uscente. La delusione del sindaco di Taranto è segno che, dopo il voto, si ripartirà da zero, senza vere prospettive, anche perché la copertura delle scorie di carbone – se si completerà – potrebbe diventare la toppa «definitivamente provvisoria» al male subdolo che demolisce la mente e il corpo dei tarantini. E intanto si discute, con un po’ di scena; ma nulla di concreto avverrà prima di aprile, fra insediamento del nuovo Parlamento, trattative dei partiti e creazione di un governo, se vi sarà. Né giovano le dispute fra Emiliano e Renzi, che spera di «domare» la Puglia, una volta diventato presidente del Consiglio. E se le cose andranno diversamente? Se l’improvvisazione vincerà sui problemi di fondo? Una premessa va chiarita fin da subito, nell’interesse della nostra regione e del Paese; ora non ha senso parlare di nuove cordate, tipo lo stesso Emiliano con il sindaco Decaro, in vista del rinnovo del Comune di Bari o di altri orizzonti di ministeri, e via dicendo. Queste sono notizie utili solo per le televisioni, mentre il dopo-voto sarà difficilissimo; l’Europa ha alzato il livello di attenzione sull’Italia, e i partiti dovranno necessariamente dare risposte credibili alle aspettative ancora irrisolte. Per guardare in casa nostra, ecco a Taranto la salute pubblica, più importante di ogni lavoro; ecco i giovani da introdurre nel processo produttivo stabilmente, e non secondo i dati delle statistiche ufficiali, lontanissime dalla verità. Poi vi è il tema dell’energia, dello sviluppo delle scienze, della sicurezza negli spazi urbani, e altro ancora, come la claudicante sanità pugliese, i trasporti e la certezza dell’acqua. Se vogliamo discutere, magari litigare, facciamolo pure; ma con la certezza di un governo in carica e di un’opposizione dall’altra parte, sulla base di un programma responsabile e verificato: questo si e questo no, secondo un’idea avanzata dello sviluppo regionale. Ripetere gli errori del recente passato non serve a nessuno, e tanto meno serve un’identità istituzionale ancora personalizzata o, peggio, trasformista. Qualunque stagione ci attenda, è il momento di occuparci del futuro.