Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
«Io candidata solo grazie al curriculum»
«Selezionata grazie al mio curriculum. Metterò la mia esperienza a disposizione della politica». Parla Antonella Ida Roselli (centrodestra), candidata a Bari.
«Mi è stato chiesto un BARI curriculum e l’ho inviato. Non ho chiesto io di essere candidata, me l’hanno chiesto. È un modo insolito di candidarsi ma posso assicurare che è andata così». Potenza delle quote di genere e della carenza di personalità nelle forze politiche. Antonella Ida Roselli è la candidata del centrodestra nel collegio uninominale di Bari centro. Avvocata amministrativista, 57 anni, sposata con il collega Alberto Bagnoli, una figlia di 20 anni. Come arriva alla politica?
«Finora ho conosciuto le istituzioni per via del mio lavoro: più dalla parte del cittadino che da quella delle amministrazioni, per la verità. Inoltre sono tanti anni che sono attiva nel campo sociale, soprattutto a favore delle pari opportunità: al ministero del Lavoro, negli organismi dell’avvocatura e poi come vice presidente vicaria dell’Aidda, associazione imprenditrici e donne d’azienda». La politica?
«Mai fatto parte di organizzazioni politiche e mai avuto tessere di partito. Sono amica del senatore Massimo Cassano. Mi stima e ha pensato a me quando FI gli ha chiesto di inviare curriculum a Roma per la selezione delle candidate. Nel giro di 24 ore mi sono ritrovata catapultata in una sfida non prevista. Mi sono detta: dopo la lotta per rompere il tetto di cristallo sulla testa delle donne, se non accetti sei incoerente».
Se Cassano fosse rimasto nel partito che ha lasciato, lo avrebbe seguito lo stesso?
«Ho molta stima di lui. So che il suo ritorno in FI non è per nulla incoerente rispetto alla sua storia. È un nativo di FI e mai l’avrebbe lasciata se non avesse avuto i contrasti che sono noti a tutti (con Fit- to, ndr)».
Lei è candidata in un collegio che per larga parte corrisponde a quello in cui sono stati eletti nomi storici della destra barese. Si sente agevolata?
«Lo ricordo: Tatarella, Gironda, l’altro Tatarella, eletti qui a Bari. Sento la responsabilità di essere candidata in questo collegio, diciamo così, di tradizione. Ma non mi sento avvantaggiata. Mi accosto a questa esperienza come sempre faccio nella mia vita: mi impegnerò con tutta me stessa per percorrere la strada che ho deciso di intraprendere. Mi considero una specie di spugna. Ora sono pronta a rilasciare, a favore della comunità che sarò chiamata a rappresentare, tutto il buono che ho assorbito».
Le simulazioni sul collegio rilevano un testa a testa tra centrodestra e M5S.
«C’è l’incognita 5 Stelle, è vero, ma sento un vento favorevole che spira per il centrodestra. Si era aperta una frattura tra istituzioni e cittadini. Ora sento che si sta recuperando il rapporto con la gente, soprattutto perché a rappresentare il centrodestra sono stati chiamati molti esponenti della società civile: persone impegnate, che hanno avuto un percorso sociale e che si sono anche affermate professionalmente. Questo fa la differenza con i 5 stelle, i quali spesso sembrano alla ricerca di un’occupazione piuttosto che di un’alta responsabilità pubblica da ricoprire. Io non corro per cercarmi uno stipendio».
I suoi avversari di sinistra sono figure di spicco. Come li affronterà?
«Entrambi, Michele Laforgia e Marco Lacarra, vengono come me dall’avvocatura e questo mi piace molto. Molto più di quando si puntava a reclutare i magistrati negli schieramenti politici. Sia Laforgia che Lacarra sono candidati nel proporzionale e questo li garantisce di più. Io non ho, come si dice, un paracadute. Mi sento in trincea: sono lì e da lì mi batterò, con tutta la coalizione, per prevalere. Non mi spaventa il confronto e se ci saranno occasioni pubbliche di dibattito accetterò volentieri». Le parole d’ordine per la sua campagna elettorale?
«Sono legata al programma di centrodestra. Direi che, per la mia vicinanza al sistema delle imprese, il tema della flat-tax mi piace particolarmente. Una tassa piatta e ridotta sarà l’innesco alla ripresa dell’intraprendenza degli imprenditori. Ma poi penso anche alla sburocratizzazione dell’economia e alla sicurezza: a cominciare da quella della mia città».