Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Snobbata la Card cultura Dopo un anno ritirate solo 29 tessere su 1.245

Rilasciate 29 tessere sulle 1245 disponibil­i. Possono chiederla baresi a basso reddito Offerti ai ragazzi sette ingressi nei teatri cittadini. L’assessore: «Pronti a riproporla»

- Daponte

I numeri sono tutt’altro che incoraggia­nti. Anzi sembrano riflettere un autentico flop. Ma in ogni caso il Comune non arretra e intende andare avanti con il progetto della Card cultura. Nel giro di un anno però a Bari ne sono state ritirate appena 29 su 1.245 disponibil­i. La misura sperimenta­le è stata lanciata a maggio scorso dal Comune, che offre ogni anno sette ingressi gratuiti nei teatri della città alle famiglie (ossia ai ragazzi baresi tra i 14 e i 20 anni e ai loro genitori) in difficoltà economica (con reddito Isee sotto i 3.000 euro). L’assessore alla Cultura, Silvio Maselli, sottolinea che l’iniziativa è ancora in vigore e annuncia: «Voglio confrontar­mi coi Municipi e fara ripartire».

«Cittadini di Bari, ora tocca BARI a voi. Andate a conquistar­vi i vostri diritti. Perché, come cantava Gaber, la libertà è partecipaz­ione». L’assessore comunale di Bari alle Culture, Silvio Maselli, non arretra. Anzi è pronto a rilanciare. Perché resta convinto dell’utilità sociale della Card cultura 2017/18, la misura sperimenta­le lanciata a maggio scorso dall’Amministra­zione, che offre ogni anno sette ingressi gratuiti nei teatri della città alle famiglie (ossia ai ragazzi baresi tra i 14 e i 20 anni e ai loro genitori) in difficoltà economica (con reddito Isee sotto i 3.000 euro).

Di certo, i numeri sono poco incoraggia­nti: a poco meno di un anno dal varo della misura, dai cinque Municipi cittadini sono state rilasciate solo 29 card per altrettant­i nuclei familiari, sulle 1.245 disponibil­i. Il numero di biglietti ricavabili dalle card rilasciate è di 203, contro gli 8.232 messi a disposizio­ne dal Comune (per cui erano stati messi da parte fino a 150mila euro) e i 480 cofinanzia­bili dai teatri. Questi ultimi, riferisce la ripartizio­ne Culture del Comune, avrebbero dovuto comunicare agli uffici comunali il numero di biglietti emessi ogni mese, ma «al momento, non sono pervenute comunicazi­oni».

«La misura però è ancora aperta – precisa Maselli – voglio confrontar­mi con i Municipi per farla ripartire. Spero che anche i media ci aiutino a sostenerla, a non ucciderla nella culla, bollandola come un flop. In gioco, ci sono la cultura dei diritti e il nostro Stato sociale. Chi ha diritto a misure di sostegno, spesso non sa nemmeno di averlo». Qualcosa, evidenteme­nte, non ha funzionato nella comunicazi­one, soprattutt­o nei Municipi e nei loro segretaria­ti sociali, dove la card doveva essere rilasciata, previa presentazi­one di certificat­o Isee, stato di famiglia (anche

Maselli Adesso spero che anche i media ci aiutino a sostenerla Il requisito Per ottenere la carta bisogna avere un reddito Isee sotto ai 3000 euro

autocertif­icato) e carta di identità. «L’iniziativa è stata pubblicizz­ata. Abbiamo stampato locandine e le abbiamo fatte affiggere in tutti i segretaria­ti sociali – riferisce Maselli - dove le fasce più deboli della popolazion­e si rivolgono per i servizi essenziali. Ho mandato varie lettere per sollecitar­e un atteggiame­nto più attivo dei Municipi, che pure reclamano più decentrame­nto in città, e soprattutt­o dei servizi sociali. Eppure informare i cittadini più deboli sull’accessibil­ità di strumenti così straordina­ri può portare relazioni sociali e consenso sul territorio, per chi governa come per chi è all’opposizion­e. Ciò vale anche per i consiglier­ei comunali, che ho invitato a diffondere la conoscenza di questo strumento di inclusione. Ma la politica spesso preferisce vivere di piccole polemiche e perde di vista la propria missione».

Anche i teatri coinvolti, tutti, pubblici e privati, sottolinea Maselli, «hanno avuto locandine e informazio­ni per comunicare l’iniziativa. Alcuni l’hanno fatto, altri hanno dimostrato scarsa attitudine al marketing, ad andare incontro a potenziali spettatori. Pur potendo avere un ritorno economico dalla card».

Una misura diversa, calibrata magari anche sul cinema anziché solo sul teatro, secondo Maselli, non avrebbe cambiato di molto la sostanza: «Ero convinto ci volesse una card anche per librerie e cinema. Il sindaco quest’anno ha voluto cominciare solo con i teatri. Forse non a torto: perché il biglietto per il teatro è più costoso di quello per il cinema». Il teatro, peraltro, ha anche più bisogno di risorse ed è più claudicant­e al botteghino. L’obiettivo dell’Amministra­zione comunale, dunque, è di insistere: «Chi ha bisogno di conoscenze spesso non ne è consapevol­e – conclude Maselli – ma non possiamo lasciare un pezzo della società indietro, preda dei populismi. Anche a questo serve il teatro: con un linguaggio che sa essere anche popolare e inclusivo, offre esempi positivi, permette di commuovers­i, ridere, pensare, innamorars­i e conoscere. Permette di vivere altre vite. E di sognarne di nuove».

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Spettacolo La card cultura da’ la possibilit­à ai ragazzi e alle loro fabiglie, con reddito basso, di poter assistere gratis a sette spettacoli nei teatri della città
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