Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

Gli italiani e il 4 marzo proprio come a Sanremo

- di Giovanni Sasso

Per motivi profession­ali, sono molto preso dalla campagna elettorale per le elezioni politiche. E dunque mio malgrado ho dovuto rinunciare alla visione del Festival di Sanremo. Eppure, leggendo un po’ in giro commenti e resoconti, mi accorgo che i due mondi non sono poi così distanti. Ho dunque redatto l’elenco delle similitudi­ni tra la sessantott­esima edizione della kermesse sanremese e questa campagna elettorale. 1) A Sanremo, come in questa campagna elettorale, ci sono quelli che hanno cantato insieme per tanto tempo e ora si presentano separati, in competizio­ne tra loro. Se non ricordo male, però, quando erano uniti, il Festival l’hanno vinto. Peraltro con «Uomini Soli», una nefasta profezia). 2) A Sanremo, come in questa campagna elettorale, chi prova a mettersi dalla parte dei migranti, sulle prime viene massacrato dal voto popolare. Gli ci vuole un po’ di tempo per farsi capire. Per converso, se si presentass­e un cantautore col tricolore sulle spalle, una pistola in una mano e l’altra tesa a mo’ di saluto romano, con una rivisitazi­one in rime del Mein Kampf, probabilme­nte avrebbe un successo immediato. 3) A Sanremo, come in questa campagna elettorale, al centro del palcosceni­co c’è un signore che nonostante l’età avanzata, sembra aver cancellato dal suo viso ogni segno del tempo. È sulla scena da decenni e ripropone le sue vecchie canzoni, ma le interpreta insieme a nuovi partner, con nuovi arrangiame­nti. Così sembrano nuove e piacciono alla gente. 4) A Sanremo, come in questa campagna elettorale, quelli che copiano, si beccano qualche buffetto, qualche sfottò, qualche timida reprimenda, ma poi continuano a gareggiare come se nulla fosse. 5) A Sanremo, come in questa campagna elettorale, c’è una donna romana verace, con una voce nera. Ma proprio nera. Un colore che va tantissimo, ultimament­e. A Sanremo, come in questa campagna elettorale.

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