Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Urne, le grandi manovre nelle associazioni
Viaggio tra gli umori dell’elettorato, l’aria che tira tra le associazioni di categoria Tra gli impiegati pubblici prevalgono i 5 Stelle. Militanti Cisl con il Pd, Cgil con Leu
La cinghia di trasmissione tra grandi organizzazioni di categoria e partiti non esiste più da diverso tempo. Tuttavia ascoltando le voci sotterranee delle associazioni di categoria si percepisce una tendenza. Gli industriali pugliesi propendono per il centrodestra e non disdegnano i 5 Stelle. I negozianti e i giovani si stanno orientando verso la Lega. Operai e impiegati per i 5 Stelle. L’astensione è un fenomeno trasversale che accomuna tutti: lavoratori dipendenti, professionisti e anche gli intellettuali. I dirigenti della Cisl premieranno il Partito democratico, mentre la Cgil pare sbilanciata verso Leu.
L’aria che tira? Industriali BARI per il centrodestra, negozianti e giovani per la Lega, operai e impiegati per i 5 Stelle. Tutti per l’astensione. Con la Cisl che sostiene il Pd e la Cgil sbilanciata verso Leu.
La cinghia di trasmissione tra grandi organizzazioni di categoria e partiti non esiste più. Tuttavia ascoltando le voci sotterranee delle associazioni di categoria si percepisce una tendenza.
Confindustria sta preparando una grande assemblea nazionale a Verona (15-16 febbraio, attesi 3.500 imprenditori) per collazionare le istanze partite dai territori e farne un documento da consegnare alle forze politiche. Sul territorio si sono comunque già manifestate delle inclinazioni. La principale muove verso il centrodestra che, dice un alto dirigente di Confindustria, «ha riacceso l’interesse delle imprese». Ma c’è pure un folto gruppo di imprenditori pronto a votare il M5S. Non si teme la loro inesperienza? «Certo, ne siamo preoccupati. Ma chi si manifesta per i pentastellati lo fa con tre motivazioni». Ossia: l’esasperazione nei confronti di un sistema politico giudicato inefficiente; la considerazione che il programma 5 Stelle è sostanzialmente «di centro» e non estremistico; il voto ai grillini come alternativa all’astensione, in un’organizzazione dove disertare le urne è considerato un disvalore. «Noi - dice Benny Campobasso, leader pugliese di Confesercenti, un tempo vicina alla sinistra stiamo fuori dalla mischia. E tuttavia è pure difficile confrontarsi visto che non abbiamo ricevuto proposte sui temi più vicini alle nostre tematiche: commercio, servizi e tu- rismo». In questi ambienti il voto a sinistra resisterà, ma sembra montare una preferenza verso la Lega di Salvini: più per protesta che per adesione programmatica.
I cugini di Confcommercio, martedì e mercoledì, incontreranno a Roma tutti i candidati premier. In Puglia si manifesta una aperta simpatia verso i 5 Stelle e verso il centrodestra.
«La nostra organizzazione dice Pino Gesmundo, segretario Cgil - rivendica la piena autonomia rispetto alla politica. Valuteremo di volta in volta le scelte politiche del prossimo governo». I militanti di quello che fu il sindacato rosso voteranno massicciamente per Leu. Ma senza entusiasmo, piuttosto come moto contrario alle decisioni del governo in materia di Jobs act e politiche economiche. «Ma nelle fabbriche e dove è più acuto il disagio - spiega un dirigente della Cgil - è frequentissimo registrare opzioni a favore dei 5 Stelle». Opzione simile a quella che la Cisl registra «tra i dipendenti pubblici». Viceversa per molti iscritti cislini «la prima scelta resterà il Pd».
L’astensionismo Sempre più folta la schiera di chi diserterà il voto. Tra loro tanti gli intellettuali
Soprattutto, come spiega un dirigente, «per premiare il buon lavoro svolto dal governo». Nelle fabbriche, la Cisl nota una propensione dei giovani operai verso la Lega.
E gli intellettuali? L’editore Alessandro Laterza nota «una certa inclinazione all’astensione». Mentre coloro che votano, nei ceti delle libere professioni, sembrano «divisi tra centrosinistra e centrodestra». In questo ultimo caso con una propensione marcata verso FI invece che Lega.