Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Anderson ed Henderson da «stagisti» a titolari
I due stanno impressionando Grosso. Prudenti i giudizi di Amoruso e Di Gennaro
Sono un po’ come gli stagisti che convincono e poi vengono assunti. Cominciano in prova e scalano le gerarchie. Grazie al talento, al lavoro e alla personalità. Bella storia quella di Anderson ed Henderson. Divisi dalla «mutina» e da una vocale, accomunati dal percorso e (si spera) dal risultato. Il primo olandese di corsa, potenza e tecnica, il secondo uno scozzese di dinamismo, qualità e «garra». Anderson è arrivato in estate, ha superato la prova e dopo poco è stato lanciato nella mischia, diventando uomo mercato e pedina importante per Grosso. Henderson è stato acquistato a gennaio e gli è bastato molto meno per diventare titolare o quanto meno preziosa pedina per l’allenatore pescarese. Entrambi sono stati tra i protagonisti del successo di sabato con il Frosinone.
Anderson è stato schierato da attaccante esterno, qualche metro più avanti della sua posizione abituale; Henderson da classica mezz’ala sinistra, esibendo tiri, lanci e anche un tentativo, seppur velleitario, di sorprendere il portiere avversario da 60 metri. «La società ha bisogno di queste operazioni – ha affermato Antonio Di Gennaro, uno che di talento ne capisce – generano vantaggi economici e possono fare la differenza. Ma devono dimostrare tanto entrambi. Anderson sabato è stato timido nel primo tempo, mentre nella ripresa ha giocato molto bene. Penso possa rendere meglio da terzino, al posto di Sabelli. In quel modo avrebbe maggiore possibilità di sfruttare gli spazi, partendo da dietro e crossando bene. Meglio di Sabelli, che nel cross continua a sbagliare molto».
Positivo ma prudente anche il giudizio su Henderson. «Ha dimostrato personalità in mezzo al campo – conclude – Occorre però aspettare, ricor- do che si parlava molto bene anche di Macek. Di certo potenzialmente un centrocampo con lui, Basha e Tello sarebbe un’ottima soluzione».
Potrebbe essere, chissà, anche una soluzione definitiva, visto che nel Bari di Grosso l’identità è ancora un obiettivo da conseguire. «Se Grosso ha cambiato tanto – è il parere dell’ex difensore biancorosso Lorenzo Amoruso – è perché qualcosa non tornava. È un allenatore giovane, si impegna, a volte sbaglia, ma se questo serve a migliorare e a ricominciare, va bene anche così. Anderson e Henderson hanno alternato cose buone e meno buone, devono completare il processo di adattamento al calcio italiano. Una rondine non fa primavera, infatti, ed è solo la costanza che dà certezze». Continuità, quindi. Per diventare grandi è una tappa ineludibile. Anderson e Henderson vogliono arrivarci, al di là della «mutina» e della vocale. Il Bari avrebbe più chance di vittoria. E gongolerebbe giustamente convintamente.
Intanto ieri la squadra è scesa in campo per i classici allenamenti. La buona notizia è il completo recupero di Oikonomou e Kozak, che due giorni fa aveva lavorato a parte. Ancora out invece Cissè, i cui problemi muscolari continuano a condizionarne l’utilizzo.
Di Gennaro Possono fare la differenza, ma devono dimostrare tanto
Amoruso Devono completare l’adattamento al calcio italiano