Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
LA SICUREZZA PASSA DAI GIUDICI
Su una città ricca e felice vola un angelo che trascina uno stendardo su cui è scritto «senza paura ognuom franco cammini». È L’allegoria del buongoverno del Palazzo Pubblico di Siena che, dipinta da Ambrogio Lorenzetti oltre sette secoli fa, conserva una straordinaria attualità. La mancanza di paura era ed è il requisito principale perché una città possa dirsi felice e ben governata. Eppure, ancora oggi la scritta si presenta solo come un auspicio ma non è scontata perché la gente ha paura. Sbaglia chi pretende di smentire questa affermazione con dati statistici secondo cui l’andamento dei reati è abbastanza stabile e non mostra patologiche impennate. L’andamento dei crimini – cioè, il pericolo - è una cosa, la paura un’altra. Ai cittadini va garantita non solo la sicurezza ma anche l’assenza della paura. Impresa non facile soprattutto quando la paura, come in questi giorni, diventa uno straordinario strumento di persuasione politica. La propaganda diventa ansiogena e per questo semplificata. Per convincere elettori già spaventati non c’è niente di meglio che fare di ogni erba un fascio. Se gli immigrati irregolari sono seicentomila si può affermare, magari tra gli applausi, che sono proprio loro, che vivono di espedienti, ad essere i principali criminali. Che i cognomi dei mafiosi del quartiere Libertà a Bari, di Scampia a Napoli o di Ostia siano tutti locali viene dimenticato per non invalidare l’assunto di una stretta correlazione tra colore della pelle e tendenza criminale.
Tra i tanti fattori che stanno seminando e radicando la paura in Italia andrebbe anche citata l’amplificazione dei media per i quali il crimine è diventato il tema principale non solo della cronaca ma anche dei programmi di intrattenimento. Ansiogena è, inoltre, l’indeterminatezza del rischio: chiunque, ovunque, in qualsiasi momento. L’attacco criminale sembra possa colpire tutti e sempre: in casa, per strada, a scuola, al lavoro. L’autore può essere l’immigrato, il vicino di casa, l’amico, il gruppo di adolescenti, l’alunno. Tutto ciò sembra rendere difficili i comportamenti difensivi. Non c’è che aver paura. Questa la si combatte anche con la giustizia che in questo momento non gode tra la gente molta fiducia. A parte le perplessità su leggi ritenute benevoli e su prescrizioni troppo corte, il cittadino spaventato non capisce come molti criminali ( giovani, vecchi o ragazzi) entrino ed escano dai tribunali e dal carcere come dalle porte girevoli. Il sistema giuridico italiano rende il giudice responsabile solo nei confronti della legge. Ma questa può essere gestita ed interpretata in tanti modi. Anche per far sì che “senza paura ognuom franco cammini”.