Corriere del Mezzogiorno (Puglia)

LA SICUREZZA PASSA DAI GIUDICI

- di Giandomeni­co Amendola

Su una città ricca e felice vola un angelo che trascina uno stendardo su cui è scritto «senza paura ognuom franco cammini». È L’allegoria del buongovern­o del Palazzo Pubblico di Siena che, dipinta da Ambrogio Lorenzetti oltre sette secoli fa, conserva una straordina­ria attualità. La mancanza di paura era ed è il requisito principale perché una città possa dirsi felice e ben governata. Eppure, ancora oggi la scritta si presenta solo come un auspicio ma non è scontata perché la gente ha paura. Sbaglia chi pretende di smentire questa affermazio­ne con dati statistici secondo cui l’andamento dei reati è abbastanza stabile e non mostra patologich­e impennate. L’andamento dei crimini – cioè, il pericolo - è una cosa, la paura un’altra. Ai cittadini va garantita non solo la sicurezza ma anche l’assenza della paura. Impresa non facile soprattutt­o quando la paura, come in questi giorni, diventa uno straordina­rio strumento di persuasion­e politica. La propaganda diventa ansiogena e per questo semplifica­ta. Per convincere elettori già spaventati non c’è niente di meglio che fare di ogni erba un fascio. Se gli immigrati irregolari sono seicentomi­la si può affermare, magari tra gli applausi, che sono proprio loro, che vivono di espedienti, ad essere i principali criminali. Che i cognomi dei mafiosi del quartiere Libertà a Bari, di Scampia a Napoli o di Ostia siano tutti locali viene dimenticat­o per non invalidare l’assunto di una stretta correlazio­ne tra colore della pelle e tendenza criminale.

Tra i tanti fattori che stanno seminando e radicando la paura in Italia andrebbe anche citata l’amplificaz­ione dei media per i quali il crimine è diventato il tema principale non solo della cronaca ma anche dei programmi di intratteni­mento. Ansiogena è, inoltre, l’indetermin­atezza del rischio: chiunque, ovunque, in qualsiasi momento. L’attacco criminale sembra possa colpire tutti e sempre: in casa, per strada, a scuola, al lavoro. L’autore può essere l’immigrato, il vicino di casa, l’amico, il gruppo di adolescent­i, l’alunno. Tutto ciò sembra rendere difficili i comportame­nti difensivi. Non c’è che aver paura. Questa la si combatte anche con la giustizia che in questo momento non gode tra la gente molta fiducia. A parte le perplessit­à su leggi ritenute benevoli e su prescrizio­ni troppo corte, il cittadino spaventato non capisce come molti criminali ( giovani, vecchi o ragazzi) entrino ed escano dai tribunali e dal carcere come dalle porte girevoli. Il sistema giuridico italiano rende il giudice responsabi­le solo nei confronti della legge. Ma questa può essere gestita ed interpreta­ta in tanti modi. Anche per far sì che “senza paura ognuom franco cammini”.

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