Corriere del Mezzogiorno (Puglia)
Sparò per uccidere il boss ma colpì la persona sbagliata
Ricostruito l’omicidio in una pescheria: arrestato il killer
Avrebbe ucciso, con modalità particolarmente cruente Francesco Di Leo. Per questo, un pregiudicato di Trani, Antonio Rizzi, considerato dagli investigatori elemento di spicco della criminalità locale, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di omicidio premeditato, in concorso. Il delitto è avvenuto in una rivendita di prodotti ittici il 3 luglio 2016 a Barletta.
La vittima, all’epoca 39 enne e con piccoli precedenti, gestiva una pescheria a San Ferdinando di Puglia e si approvvigionava di merce a Barletta nella rivendita di mitili del pluripregiudicato barlettano Ruggiero Lattanzio. All’alba del 3 luglio, due persone a bordo di un’auto raggiunsero la zona dell’omicidio. Il passeggero scese dell’auto armato con un fucile, entrò in una rivendita di ghiaccio, ma accortosi che era il negozio sbagliato ne uscì entrando nella vicina pescheria. Accortosi che l’arma si era inceppata, tornò all’auto, lasciò il fucile e prese una pistola con la quale sparò nuovamente contro Di Leo che, ferito mortalmente in varie parti del corpo, morì poco dopo. A Rizzi è contestata anche la detenzione ed il porto illegale di un fucile e di una pistola cal. 7,65 con i quali ha commesso il delitto e la ricettazione dell’autovettura utilizzata che era stata rubata.
Secondo gli investigatori, il vero obiettivo dell’agguato non era Rizzi ma Lattanzio. Qualche giorno prima del delitto, due soci di Rizzi, insieme gestori di una pescheria a Trani, avevano incontrato un commerciante di Barletta, Ruggiero Lattanzio, pluripregiudicato del posto, manifestandogli l’intenzione di Rizzi di acquisire il controllo del mercato del pesce nella zona, monopolizzando l’acquisto dei frutti di mare a Barletta. Lattanzio aveva risposto picchiandoli, affronto che Rizzi avrebbe voluto risanare sparando a Lattanzio. Quando, però, il giorno dopo, con un complice alla guida di un’auto, il killer raggiunse in piazza Marina a Barletta la pescheria di Lattanzio, anziché sparare al suo indirizzo, colpì un avventore, il canosino Francesco Di Leo. Nel corso delle indagini, riferiscono gli inquirenti, Rizzi avrebbe anche tentato di inquinare le prove creandosi un falso alibi. Contro di lui, però, oltre alle testimonianze e alle immagini delle telecamere di video sorveglianza, ci sono le dichiarazioni di due collaboratori di giustizia.